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Donna moderna o donna senza Dio?

Vanity Fair

A volte sorge spontanea una domanda, se cioè una donna per essere moderna debba essere altresì senza Dio. Riflettiamoci a partire dall’attualità muliebre.

E’ incredibile che, nonostante l’avvento di internet e dei social network, esistano ancora riviste e rivistine, senza valore e profondità, del tutto futili e basate unicamente sul pettegolezzo, lo scandalo, la mondanità e l’illusione di partecipare alla vita dei vip.

In Italia questo genere di pubblicistica, tipicamente femminile, ha sempre avuto una larga diffusione e purtroppo continua ad averne. Si pensi a periodici vanesi come Vogue, Elle, Marie Claire, Glamour, Vanity Fair, Gente, Oggi, Novella 2000, D (la Repubblica delle Donne), etc. etc.

Il settimanale Vanity Fair, fondato nel 2003, quindi in epoca già post-internet, ha una tiratura di oltre 300.000 copie a numero. Il mensile Elle, fondato in Francia nel 1945 e diffuso in circa 60 idiomi, si attesta sulle 250.000 solo in Italia. D, il settimanale che esce con Repubblica ogni sabato dal 1996, vende più di 600.000 copie a numero! L’influenza dell’insieme di queste riviste è quindi enorme e in larga parte deleteria e immorale. Ovviamente, il male assoluto non si dà e in tutti i periodici si può trovare qualcosa di interessante. Anche nei quotidiani poi abbondano oggi le pagine rosa e di infimo livello cronachistico. Resta però una forte differenza di fondo tra il classico quotidiano che offre informazione, dibattito e cultura, e queste rivistine rosa che navigano se non nel torbido almeno nel superficiale.

I temi principali sono da sempre la moda, la televisione, le nuove tendenze, la cultura trendy, la vita pubblica e privata dei vip, la cucina e ovviamente i temi dell’attualità e del giorno, con qualche spruzzata di politica, di sport e a volte perfino di religione.

Tra le più note e affermate c’è senza dubbio il settimanale Donna moderna, sorto a Milano nel 1988. Al settembre 2015 aveva una diffusione di oltre 236.000 copie (dati Wikipedia). Tra i temi trattati dalla rivista, come si evince dalla scaletta, molti sono di altissimo profilo etico e antropologico: Bellezza, Moda, Cucina, Sesso, Starbene, Gossip, Divertimenti…

Abbiamo reperito il numero del 20 dicembre del 2017 in cui si fa un po’ la sintesi dell’anno passato che allora stava finendo. Un inserto di varie pagine a colori (pp. 31- 35) titolava così: “I fatti che hanno emozionato di più nel 2017”. Bene! E quali sarebbero?

Si tratta di una scelta di notizie sparse che spaziano dalla politica allo sport, dal costume al mondo dei vip. Danno però un’idea assai precisa su ciò che dovrebbe pensare una donna moderna secondo Donna moderna.

Tra i fatti che hanno più emozionato c’è, “la vittoria di Emmanuel Macron alle elezioni presidenziali in Francia” (p. 32). Ma se avesse vinto Marine Le Pen, una candidata donna peraltro e di gran lunga più affidabile, il settimanale di sarebbe emozionato lo stesso? Davvero strana questa emozione in un settimanale nettamente femminista per la sconfitta di una possibile donna presidente (la quale ha comunque ottenuto oltre 10 milioni di voti).

Un altro fatto scelto tra mille per le lettrici è “la gravidanza social (!) di Chiara Ferragni e Fedez” (p. 32). “Pensavamo di sapere come va nel mondo dei social: se posti tutto, non è amore. Invece Chiara e Fedez erano felici, tutti quei follower che facevano congratulazioni non si sbagliavano (…). I Ferragnez hanno solo trasformato la felicità in una Società per azioni (…). I post su Instagram sono lavoro pagato. Non si può che nutrire invidia per la loro idea: l’amore che diventa reddito”… Quando si dice il romanticismo!

Poi, tra gli altri fatti che hanno emozionato Donna moderna c’è “il megaconcerto di Vasco Rossi a Modena” (p. 34). “Quelli di Vasco Rossi non sono semplici concerti, ma messe cantate, con un rituale che prevede code per i biglietti e bivacchi ai cancelli (…). In un mondo in cui tutto è precario, Vasco resta una certezza”… Ognuno ha la certezza che vuole, dico bene? Ma un cantante, di vita non sempre esemplare, addirittura costituirebbe una certezza?

Un altro evento epico del 2017 è dato dalle “molestie sessuali a Hollywood” (p. 34), viste ovviamente con le lenti manichee del femminismo più dogmatico. “Le donne ce la possono fare. Possono trovare il coraggio di denunciare”. Senza alcuna autocritica sull’uso del corpo femminile per squallidi interessi di bottega e di carriera. Ipocrisia allo stato puro.

E poi, dopo altri eventi di minore valenza etica (l’addio al calcio di Totti, l’eliminazione dell’Italia dai mondiali, il fidanzamento di Harry d’Inghilterra, etc.), il fatto ricordato nella prima pagina del dossier: “la legge sul biotestamento” (p. 31). Con una fotografia commovente che prende più di metà della pagina in cui si vedono in lagrime nobili figure della Repubblica, come l’abortista Emma Bonino, la battagliera Mina Welby e altre militanti dell’associazione (radicale) Luca Coscioni.

Il racconto è affidato ad una commossa vedova Welby che a futura memoria narra così: “Il Biotestamento, approvato il 14 dicembre, è una legge che ci riempie di orgoglio perché è figlia della felice unione tra Biodiritto e Bioetica (…). La nuova legge deve molto anche a dj Fabo, che a febbraio ha chiesto il suicidio assistito in Svizzera e a chi ha combattuto per l’autodeterminazione (…). L’obiettivo per la prossima legislatura è consentire la libertà di scelta anche a quelle persone che, pur con malattie irreversibili, non sono attaccate a una macchina e non hanno terapie vitali da sospendere”…

Quindi ciò che ha più emozionato nel 2017 è il fatto che, dopo la legalizzazione dell’aborto e del divorzio, della bestemmia e delle unioni civili (virtuali matrimoni gay con futura adozione di infanti innocenti), ora anche in Italia si possa uccidere un poco di più, e farsi uccidere senza tanti patemi d’animo.

Se questa è l’immagine che si vuole proporre della donna moderna, speriamo che presto emerga una donna anti-moderna, caratterizzata dai veri e nobili valori femminili, come la pietà, la dolcezza, la compassione, la mansuetudine e lo spirito di sacrificio. Valori e atteggiamenti, ignoti alle riviste rosa, ma portati a livelli incomparabili dalle numerosissime sante della cristianità. Le sante e i santi però non sono moderni, né antichi o superati: sono perenni!

Antonio Fiori

 

 

 

Armando

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