Nelle nostre occupazioni quotidiane andiamo sempre di fretta. Ma se ci fermassimo a guardare le persone che incrociamo qualcosa di straordinario potrebbe succedere.
Un giorno come tanti, esci di casa per andare al lavoro, incroci volti e persone. Ma dietro quei volti c’è una storia, a volte un dramma. Non sai mai quale potrebbe essere l’incontro che ti cambierà e ti farà guardare alla vita da un’altra prospettiva.
Accadrà, quando meno te lo aspetti e allora ti domanderai a quanti oggetti in eccesso abbiamo a casa. Hai mai pensato che sia un “furto” al povero? Che donare dilati il cuore?
Donna senza fissa dimora che strappa il cuore
Domenica 19 novembre 2023 celebriamo la “VII Giornata mondiale dei poveri“. Lo slogan per la giornata “Non distogliere lo sguardo dal povero (Tb 4,7)” ci suggerisce di fermarci per incrociare gli sguardi. Mi viene in mente quella mattina a Roma … Mi sto recando al lavoro. Mi fermo alla Chiesa dello Spirito Santo per partecipare a Messa. All’ingresso c’è una donna, adagiata sul sagrato, chiede qualche spicciolo. Nel passare incrocio i suoi occhi. Vedo una tenerezza difficile da descrivere a parole. Mi fermo a parlare con lei. Le chiedo il nome, guarda caso si chiama Maria. Non vi dico il mio cuore già va a 1000! Maria, che bel nome che hai! È il mio commento. Le chiedo se vuole raccontarmi la sua storia. Sapevo che non sarebbe stata una favola, ma non immaginavo tante prove tutte a una persona. È rumena, ha lasciato marito e figli, viene in avanscoperta in Italia, le hanno detto che potrà lavorare.
Il suo progetto era di preparare la strada per i suoi cari. Non è più giovanissima, ha 63 anni. Arrivata in Italia passa da un lavoro umile all’altro, fino a quando si sente male. Si ritrova sola, lontana da casa, in un ospedale di una grande città. Non mi sa spiegare di cosa ha sofferto, racconta che ha ricevuto due interventi al cuore. Con la mano mi indica il suo petto, ha una cicatrice enorme, le duole spesso. Le hanno prescritto tante medicine che riesce ad avere grazie a Papa Francesco. Maria si riferisce all’ambulatorio voluto dal Papa in Vaticano. Si è ripresa ma non ha la forza di lavorare. Non ha una casa. Vive sotto i ponti a Trastevere.
Una richiesta che non ti aspetti
Ed ecco la sua richiesta. Mi aspettavo che mi chiedesse soldi, cibo magari. Invece no, mi ha chiesto due cose, la prima è una coperta. Ha avuto freddo la notte precedente! Ma la seconda è stata struggente. Mi dice: “sai li dove vivo, è sporco. Mi mandi qualcuno a pulire?”. Mi sono sentita l’essere più inutile della terra. Una donna, anziana, malata, priva di tutto, ma non povera di dignità, chiede solo che sia pulito quel pezzo di strada che ha per “casa”.
La misericordia è due volte benedetta
Dopo Maria ho capito quanto è importante fermarsi a parlare con loro. Quante storie mi porto nel cuore. Come Henry che viene dal Congo, è qui al sicuro, lavoricchia, ma è in pena per i suoi fratelli, sono partiti insieme ma si sono persi e non sa dove trovarli. Loky, viene dal Sudan. È scappato dalla guerra. È una sorta di biologo ma qui cerca di racimolare qualche spicciolo ai semafori vendendo fazzoletti e che si commuove se gli porti un pezzo di torta. Il filo rosso sapete qual è? Strano ma vero, le coperte. Per chi vive in strada una coperta non dura tanto, l’umidità della notte, la pioggia, gli odori dei propri bisogni, insomma, una coperta è quasi usa e getta.
Come sarebbe bello se tu che stai leggendo, raccogliessi coperte in eccesso che hai a casa, cappotti che non usi, sciarpe, guanti, cappelli, e ti recassi alla Caritas della tua parrocchia, della tua Diocesi, dai Frati Francescani, al binario della solidarietà e li donassi per farli portare a chi non ha nulla. E se tu lo dicessi anche ai tuoi parenti? Sai quante coperte calde si potrebbero raccogliere! E se lo dicessi ai vicini, ai colleghi? Quante cose che non usiamo abbiamo a casa? Perché tenerle li, mentre potrebbero aiutare qualcuno?
Nell’opera “Il mercante di Venezia” scriveva Shakespeare che la misericordia è due volte benedetta. Benedice colui che la esercita e colui che la riceve. Straordinario, chi dona in realtà riceve. Pensaci!