I campioni delle Olimpiadi di Tokyo 2021, continuano a far parlare di sé. Questa volta però non per i loro successi sportivi, ma ci riservano storie umane straordinarie.
“È con grande piacere che consegno a te Żabka, piccola grande catena di negozi, la mia medaglia, che per me è un simbolo di fede e perseveranza di fronte a grandi ostacoli”, ha scritto la vicecampionessa olimpica sul suo profilo Facebook.
La vita di un bambino malato di cuore vale ben di più di una medaglia d’argento. È quello che deve aver pensato Maria Andrejczyk, poco dopo aver conquistato il podio nel lancio del giavellotto lo scorso 6 agosto.
L’atleta polacca ha tenuto con sé la medaglia per soli cinque giorni. L’11 agosto l’ha venduta per aiutare la famiglia del piccolo Miłoszek Małysa a pagare la sua delicatissima operazione. “È con grande piacere che consegno a te Żabka, piccola grande catena di negozi, la mia medaglia, che per me è un simbolo di fede e perseveranza di fronte a grandi ostacoli”, ha scritto la vicecampionessa olimpica sul suo profilo Facebook.
La medaglia d’argento della Andrejczyk ha fruttato 125mila dollari, cifra notevole ma non ancora sufficiente per coprire i costi dell’intervento su Miłoszek. Otto mesi, il bimbo dovrebbe essere operato presso la clinica universitaria di Stanford, negli USA. Nel frattempo, si è messa in moto una gara di solidarietà a beneficio del piccolo polacco, per il quale si sono mobilitati altri donatori.
Il quadro clinico del piccolo Miłoszek è molto serio: la sua malformazione cardiaca determina una pressione sanguigna insostenibile, destinata a danneggiare cuore, arterie e polmoni.
Il bene, poi, genera altro bene, al punto che Żabka, la catena di negozi alimentari che ha acquistato la medaglia, in un tweet ha riferito quanto segue: “Siamo stati toccati dal gesto estremamente bello e nobile della nostra campionessa olimpica, per questo intendiamo sostenere la raccolta fondi per Miłoszek. Abbiamo deciso di lasciare alla signorina Maria la sua medaglia d’argento”.
Lo straordinario gesto di solidarietà di Maria Andrejczyk non nasce dal nulla. La bella e talentuosa atleta ha conosciuto anche lei la malattia e la sofferenza: alcuni anni fa si è ammalata di carcinoma osseo, da cui è guarita. “Ho combattuto come una leonessa attraverso un tanto dolore e tanta depressione”, ha raccontato.
Vincere l’argento a Tokyo, ha riservato a Maria una “enorme felicità”, che lei stessa ha voluto “trasmettere” a qualcuno che ne avesse voluto bisogno.
“Il vero valore di una medaglia rimane sempre nel cuore – ha proseguito la Andrejczyk –. Una medaglia è solo un oggetto, ma può essere di grande valore per gli altri. Quest’argento può salvare delle vite, piuttosto che raccogliere la polvere in un armadio. Per questo ho deciso di metterlo all’asta per aiutare i bambini malati”.
Maria prega sempre “prima di ogni competizione” e ritiene che i suoi risultati sportivi siano frutto di un “disegno di Dio”. L’aiuto a una piccola vita che potrà così forse salvarsi, è sicuramente parte di questo disegno.
Luca Marcolivio
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