Il dipinto cinquecentesco era diventato vecchio e scolorito, e da tempo la comunità locale aspettava il restauro. Che ha svelato il particolare sorprendente.
L’opera esposta nella chiesa di Sampierdarena, a Genova, ha infatti messo in luce un aspetto meraviglioso che ha provocate grande speranza nel cuore dei parrocchiani. Il quadro è stato restaurato, nel corso di tutto il 2020, da Carla Campomenosi e Margherita Levoni, con il benestare della Curia e della Soprintendenza. Ora è tornato al suo antico splendore.
Il lavoro di restauro ha donato innanzitutto all’opera colori più lucenti, rendendo gli strati di colore aggiunti in maniera posticcia e le varie imperfezioni dovute al tempo solo un fatto legato al passato.
Poi, però, nella mano di Gesù Bambino è apparso un particolare molto significativo. Al posto di quella che sembrava una croce, infatti, c’era infatti tutt’altro simbolo. “In mano a Gesù bambino, al posto di una croce, è comparsa una rondine”, ha spiegato il parroco di Santa Maria delle Grazie Don Mario Colella.
La sua chiesa attendeva quel restauro ormai da anni. Ora che è arrivato, ha lasciato un segno indelebile dei cuori di tutta la comunità, assieme a un messaggio di salvezza che difficilmente ormai potrà essere rimosso.
“Questo quadro, dedicato proprio alla Madonna delle Grazie, ne ha passate tante. Era sempre più rovinato dai fumi delle candele. Ora è tornato all’antico splendore”, racconta il parroco con grande commozione e orgoglio.
Don Mario, infatti, si è trovato all’improvviso di fronte a una grande e significativa novità. Quella di un Gesù Bambino che salva l’intera umanità dalla croce del peccato e della sofferenza per portarne un’altra, quella della Resurrezione. Di cui la rondine ne è simbolo.
“Nella tradizione cristiana la rondine rappresenta la Resurrezione e la Passione di Cristo”, ha infatti spiegato la sampierdarenese Renata Cuttica, professoressa di arte in pensione frequentatrice della parrocchia e profonda conoscitrice della tela.
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“Un’antichissima leggenda armena dice che la sera del Venerdì Santo tutte le rondini della Galilea e della Giudea si riunirono attorno al Santo Sepolcro e che, all’alba del giorno di Pasqua, partirono in ogni direzione per il mondo a portare la Resurrezione”, ha spiegato la docente.
“Non c’è una sola cultura del Mediterraneo che non abbia amato la rondine dedicandole miti, poesie, leggende, fiabe e capolavori d’arte sacra”. Per questi gli abitanti della cittadina e i parrocchiani hanno trovato grande gioia al vedere questa meravigliosa scoperta, che giunge in particolare in un momento così difficile come quello della pandemia.
Giovanni Bernardi
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