Il cuore dell’uomo, l’accesso alla comprensione di cosa si agita veramente negli abissi senza fondo dello spirito, è da sempre il suo più grande mistero.
Da sempre i più grandi scrittori e pensatori hanno cercato di scandagliare l’animo umana fino alle fondamenta, a quegli aspetti più nascosti e invisibili. Tra questi c’è il grande scrittore russo Dostoevskij, la cui opera è riuscita ad andare a fondo come nessun’altro ci è mai riuscito, forse, nella storia.
La lezione dello scrittore russo Dostoevskij
Lo scrittore russo è infatti riuscito a toccare quei punti sensibili dell’umanità in maniera unica, mettendo in risalto l’importanza, innanzitutto, del cuore. Del proprio cuore e di quello degli altri, o dell’umanità tutta. Solo affrontando i problemi mettendo al centro il cuore umano, l’animo, i sentimenti del quotidiano, è possibile allontanarsi dalla mentalità del mondo per avvicinarsi, un po’ di più, a quella del Signore.
Le futilità mondane, l’apparenza, l’egoismo che quotidianamente fa muovere il mondo che sta in superficie, quello degli affari e degli interessi, stanno bene alla larga dalle cose che contano veramente. Dalla capacità di aprire il proprio cuore al prossimo, e di tendere la mano a chi ha bisogno, affinché noi stessi potessimo entrare in contatto con quella parte che più è in grado di guardare in viso l’Alterità con la maiuscola.
L’importanza di mettere al centro il cuore
Per lo scrittore russo, infatti, la parola cuore ha una relazione profonda con ciò che sta al centro di tutto. In questo modo l’umanità riesce a fare un passo distante dall’indifferenza, dall’apatia di chi non ama e per questo non riesce a sentirsi amato. Tutta la narrazione di Dostoevskij è una lotta per il vero centro, per la vita piena che si svolge nel profondo dell’animo e da cui parte uno slancio verso il cielo, verso l’incontro con Dio fattosi uomo in Gesù Cristo, e con la bellezza che ne promana.
Un altro degli elementi importanti nella scrittura di Dostoevskij è la dimostrazione della cecità che sopraggiunge per l’uomo quando viene impossessato dall’ideologia. Una tematica purtroppo tristemente attuale, per il fatto che tutti noi siamo costretti ad abitare un mondo sempre più imbevuto di ideologia, e dove la fede in Cristo è ormai l’ultimo argine verso uno sprofondamento collettivo nel baratro del male e del peccato.
LEGGI ANCHE: Come trovare la vera consolazione nei momenti di dolore
La deriva anti-cristica della cultura moderna
Aborto, gender, eutanasia, cultura dello scarto e dell’indifferenza, relativismo morale, tratta degli esseri umani. Sono solo alcuni segni di quella che Ratzinger definisce una cultura anti-cristica. Di fronte al male che imperversa, l’unica risposta è una Presenza che vince tutto questo.
Rivogliamoci al Signore Gesù affinché possiamo incontrare veramente ciò che muove dal profondo il nostro animo, e in questo modo avere la forza e la capacità di muovere le nostre vite nella direzione del bene eterno che non passerà mai. Per la semplice ragione che, come disse Gesù, “il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Matteo 24,32-35).
Giovanni Bernardi