Dottore racconta il suo incontro con Dio durante una dura settimana di lavoro in ospedale. L’aver trovato il Signore in quei pazienti gli ha dato la forza per andare avanti.
Si dice spesso che il viso di Dio è quello di ogni bisognoso esistente sulla terra. Un po’ meno spesso a quelle parole si da la consistenza delle azioni. Sebbene per istinto saremmo portati ad offrire il nostro aiuto a tutti coloro che ne hanno bisogno, la vita, gli impegni e le difficoltà ci allontanano da quell’istinto naturale, portandoci talvolta a dover ignorare un grido di aiuto che con il tempo diventa sordo. Per fortuna c’è chi per impegno personale ha deciso che di quelle parole ne farà un’obiettivo e si fa carico di una parte di quel lavoro che spetterebbe anche a noi. A questa categoria di persone appartiene sicuramente il medico Joao Carlos Resende, un uomo quotidianamente impegnato a migliorare le condizioni di vita dei suoi pazienti e quando possibile a salvarli da una malattia che altrimenti porrebbe fine ai loro giorni sulla terra.
Dottore racconta il suo incontro con il Signore: “Dio oggi ha deciso di farmi visita”
Colpito da quanto capitato quella settimana in ospedale, il medico ha affidato a Facebook il racconto di un incontro particolare, quello con un paziente in cui lui ha visto la presenza di Dio. Il racconto comincia con una descrizione della sua settimana lavorativa, un modo per spiegare a chi legge che il suo lavoro alle volte può condurre ad un minimo di sfiducia: “Settimana dura, faticosa, cuore scosso, mente in un grande vortice” esordisce infatti il medico che poi però spiega come sia bastato un incontro a cambiargli la percezione del tutto: “ma Dio oggi ha deciso di farmi visita. Aveva un corpo elegante, una faccia segnata dal sole, mani dalle sottili ruvidità, di quelle che lavoravano duramente per tutta la vita, un profumo di lavanda mescolato con le ceneri di una stufa a legna”.
Dio in questo caso si trovava nel corpo di una piccolo paziente anziano a cui il medico doveva comunicare delle brutte notizie. Dinnanzi a quella prospettiva si è reso piccolo anch’esso ed ha cercato di contenere le emozioni che cercavano di trasparire dal suo viso come un fiume in piena: “Quei pochi chili avrebbero dovuto trovare ancora la forza per sopportare un nuovo ciclo di cure? La malattia sembrava tornata. ‘Non me lo dica dottore’ mi esortò con dolcezza e vedere quella tristezza spezzava il cuore. Non potevo mettermi a piangere”. Compreso il dolore che il medico provava, l’uomo trova delle parole d’incoraggiamento: “Mi guardò con quello sguardo immenso e poi proseguì: ‘Se devo piangere per le cose che mi dirà, lo farò tornando a casa’”.
Dopo aver effettuato la visita, momento in cui ha colto il bel sorriso che segnava il viso del paziente, il medico si fa speranza e dice: “Ti darò ancora quel farmaco e vedrai che ce la faremo”. Il paziente a quel punto gli risponde che anche qualora non dovesse guarire lui non si deve dare pena perché il suo cuore è come quello di Dio, quindi lo abbraccia e gli augura la benedizione del Signore. Un momento di una potenza devastante che gli ha fatto raggiungere la consapevolezza: “Ho la certezza che oggi Dio mi abbia visitato e mi abbia dato ancora più forza, energia, per cercare di essere di aiuto a persone come questa”.
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Luca Scapatello