QUANDO L’ESIBIZIONE CADE NEL CATTIVO GUSTO
Una locandina, riferita al 23/25 Giugno prossimi, pubblicizza un incontro gay a Perugia, il “Perugia Pride Village”, organizzato dall’Associazione Omphalos Arcigay e Arcilesbica per l’orgoglio della loro categoria.
Ma di orgoglio da celebrare pare ne sia rimasto ben poco, perché l’evento, ancora prima di essere stato partecipato, ha destato molto scalpore per come si è presentato.
E se ne capisce benissimo il motivo o, almeno, lo comprende la gente sensata che professa, tranquillamente il proprio credo, senza sentire il bisogno di volersi gettate in pasto allo scandalo.
La decisione discussa è quella di aver preso, quale foto della locandina rappresentativa della manifestazione, quella di una Drag Queen tra-vestita da Vergine Maria.
Ecco allora che la libertà di costume e di espressione cade e scade nel pessimo gusto e rompe i confini della blasfemia, divenendo ineloquente. Si, perché un’azione del genere non dice nulla sul loro professato orgoglio, ma tutto sull’assenza di buon cuore.
Sembra fatto appositamente per generare polemiche e critiche, che immancabilmente faranno da concime a piccole idee -in quanto provenienti da piccole menti- discriminatorie, quelle che vorrebbero attribuire alle persone, indignate dalla scelta, gli appellativi di omofobici a tutti i costi.
Anche l’amministrazione comunale (che già l’anno scorso aveva permesso e gentilmente finanziato con 6.000 euro l’incontro), insieme al Sindaco Andrea Romizi, si ritiene ferita e delusa, assistendo “con dispiacere alla diffusione di una locandina, non rientrante nel materiale di comunicazione oggetto del patrocinio.”.
A questo punto la richiesta di modificare il manifesto giunge troppo tardi: nelle vie della città e sui Social la notizia è stata già “affissa”.
Intanto, il Consigliere dell’opposizione, Sergio De Vincenzi, lancia l’hastag #noilavevamodetto contro il sindaco Romizi.
Questa amministrazione, e tutti con loro, sembra essere proprio caduta nell’inganno, non tanto velato, di chi chiama omofobico chi non condivide la presunta rivalsa di questi gruppi, appartenenti ad una presunta classe emarginata.
Ma questa sembrerebbe più che altro una squallida, inappropriata e disdicevole, ricerca allo scontro, vertente sull’impudicizia, che contamina il simbolo casto della Madonna.
E pensare che le Drag dovrebbero emulare artisticamente le Dive, quelle che si sono distinte nel panorama talentuoso mondiale dello spettacolo.
Non mi pare che la Vergine rientri in questo ambito.