È choc nella diocesi guidata dal capo dei vescovi | Trovato morto il direttore del seminario

Davvero drammatico quanto successo nella diocesi della guida dei vescovi. Trovato morto uno dei sacerdoti più vicini al presule, noto per le sue posizioni “aperturiste”.

Con ogni probabilità si è tolto la vita. Una morte che alimenta il fuoco delle polemiche che da settimane coinvolgono il vescovo.

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Una morte scuote la diocesi di Limburgo guidata dal presidente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Georg Bätzing. È stato trovato privo di vita, vicino a Eschenau, uno dei più stretti collaboratori del prelato: padre Christof May, 49 anni, direttore del seminario diocesano e vicario episcopale per lo sviluppo della Chiesa.

Il sacerdote era noto per le sue posizioni “aperturiste”, per non dire eterodosse. Nel 2020 (4 ottobre) era diventata “virale” una sua omelia dalla cappella del seminario dove chiedeva di benedire le coppie omosessuali e quelle risposate. Sempre nella stessa omelia aveva rivelato di parteggiare per l’ordinazione femminile e per l’intercomunione tra cristiani di diverse confessioni.

La scomparsa dopo la rimozione dagli incarichi

Padre May era scomparso mercoledì pomeriggio. Il giorno prima il vescovo Bätzing lo aveva rimosso dai suoi incarichi. In un colloquio privato lo aveva messo al corrente delle accuse di molestie mosse nei suoi confronti. Il vescovo le aveva apprese alcune settimane prima e stava avviando un’indagine.

La polizia ha localizzato il sacerdote grazie al telefonino. Il suo corpo è stato trovato poco distante dall’automobile, giovedì 9 giugno. L’ufficio del pubblico ministero di Limburgo parla di un suicidio. E ci sarebbe anche un biglietto dove annunciava l’intenzione di farla finita.

Il vescovo criticato per la gestione degli abusi sessuali

Monsignor Georg Bätzing, vescovo di Limburgo e presidente della Conferenza episcopale tedesca – photo web source

Una vicenda che ha scioccato la diocesi. E che mette in grande difficoltà il vescovo Bätzing. Non è la prima volta infatti che il capo de vescovi tedeschi ha a che fare con un caso di abusi. May faceva parte del consiglio di sette sacerdoti che lo coadiuvava. Un paio di settimane fa un altro sacerdote ha rinunciato dopo le accuse di aver molestato due donne nel primo decennio degli anni Duemila. A fine aprile Bätzing era stato molto criticato per averlo voluto in un ruolo così in vista nella diocesi malgrado le accuse mosse nei suoi riguardi.

Questo tanto più che Bätzing, come presidente della Conferenza episcopale tedesca, è stato molto critico verso il cardinale Rainer Maria Woelki – dal quale peraltro aveva ricevuto la consacrazione episcopale – per la sua decisione di non pubblicare un rapporto sulla gestione dei casi di abuso sessuale da parte di sacerdoti emersi nell’arcidiocesi di Colonia. Ma più di uno sospetta che il vero “peccato” di Woelki fosse il suo giudizio negativo sulla svolta progressista del Cammino sinodale, con tanto di “benedizioni” alle coppie omosessuali.

Dopo quello che Bätzing ha definito un “disastro” il Papa ha predisposto una visita apostolica a Colonia e concesso un periodo di riflessione a Woelki. Al termine del quale il cardinale è tornato alla guida dell’arcidiocesi ma ha nuovamente ripresentato le sue dimissioni a papa Francesco. Che per ora non le ha accettate.

La strumentalizzazione degli scandali sessuali per imporre una svolta “progressista”

Quello degli scandali sessuali è un terreno su cui si gioca l’aspro scontro ideologico tra “progressisti” e “conservatori” nella chiesa tedesca. C’è chi, come il vescovo Voderholzer, uno dei più forti critici del Cammino sinodale, parla di “abuso degli abusi”. Ovvero il tentativo di strumentalizzare gli scandali degli abusi sessuali per accreditare l’agenda progressista e stravolgere la dottrina della Chiesa. Una critica che alcuni mesi fa ha avuto l’avallo autorevole di Monsignor Georg Gänswein.

Ora è scattata la legge del contrappasso. Adesso c’è chi in Germania chiede una visita apostolica anche nella diocesi guidata da Bätzing, per fare luce sulla sua gestione delle accuse di molestie sessuali. In attesa che si chiarisca la drammatica vicenda di padre May, di certo c’è che la sua figura – accusata di predicare bene ma di razzolare male – esce alquanto ridimensionata dal clamore mediatico della faccenda.

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