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E’ iniziata la guerra dei Poveri.

La giustizia è qualcosa che va aldilà di ogni diversità, non ci possono essere discriminazioni anche negli aiuti ai più bisognosi. Si possono aiutare persone disagiate italiane come i profughi, ma ai nostri governanti sembra però interessare in questo momento solo l’emergenza profughi dimenticando che tanti nostri connazionali sono ormai alla soglia della povertà. Sembra parte di un progetto preciso atto a creare tensioni e divisioni, scatenando la così detta guerra dei poveri, che da sempre è un’arma nelle mani dei potenti. E allora Gesù qualificherebbe questi personaggi come sepolcri imbiancati e razza di vipere perchè mettono sulle spalle degli altri pesi che loro non portano.

Il malcontento per l’accoglienza dei profughi cresce sempre di più in tutta Italia, soprattutto quando si vedono trattamenti eccessivamente favorevoli e benevoli nei confronti dei migranti e magari si assiste ne contempo a veri e propri maltrattamenti verso italiani indigenti. E’ il caso di questa signora che ha voluto denunciare il suo caso. Lei si chiama Giuseppina Russo, ha 54 anni ed è invalida al 46%. La donna racconta così la sua vicenda: “Ho vissuto 7 anni a Campochiesa negli alloggi di prima emergenza. Pagavo 50 euro al mese e, bene o male riuscivo ad andare avanti. Poi mi hanno detto che c’era una casa popolare per me a Leca d’Albenga. Ho fatto presente che non sarei riuscita a pagare l’affitto, se pure basso per me era troppo oneroso comunque. Sono rimasta lì per 4 anni fino allo sfratto. Ho conosciuto il mio compagno a gennaio. Abbiamo convissuto per un po’. Lui poi si è ammalato, ha preso una brutta polmonite ed è stato ricoverato in ospedale. Il 16 luglio lo hanno dimesso con la raccomandazione di stare a riposo e di tutelarsi. Il 18 ci hanno mandato fuori casa. Le sue condizioni si sono aggravate e ora si trova ricoverato di nuovo presso l’Ospedale di Albenga. Tra poco lo dimetteranno, ma il medico stesso ha detto che il rischio è quello di una ricaduta se anche lui fosse costretto a vivere per strada”.

Insomma una situazione piuttosto disperata per una donna che da giorni ormai vive fuori casa e di notte dorme per strada. La donna, che nel frattempo attende segnali positivi da parte del Comune, ha aggiunto con amarezza: “In Italia stiamo aiutando così tanto i profughi, ma cosa si sta facendo per persone come noi? Forse dovrei dichiararmi profuga pure io per ottenere un aiuto reale”.

 

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