Un fascio di luce ha toccato un luogo sacro dedicato al capo della Milizia Celeste, suscitando non poca meraviglia e stupore e domande da parte di moltissima gente.
Le foto hanno fatto, subito, il giro del web. In moltissimi si sono domandati che cosa fosse quella luce che spiccava nel cielo.
È il luogo d’ingresso alla Val di Susa ed è, anche, uno dei complessi architettonici più belli e più antichi del Piemonte. Ai più, conosciuto come la “Sagra di San Michele”, ma che, in realtà ha un nome più completo: Abbazia di San Michele della Chiusa.
Questo luogo, che intreccia al suo interno storia e religione, martedì sera è stato protagonista di un “fenomeno” molto suggestivo e, al tempo stesso, particolare. Un fascio di luce l’ha completamente illuminata, quasi questi sembrava discendere direttamente dal cielo.
Tanti sono rimasti affascinati e stupiti da ciò. La bellezza di queste immagini, fanno pensare a qualcosa di divino. Ma, in realtà, una spiegazione c’era. Si tratta di un’iniziativa preannunciata dai Padri Rosminiani, presenti in questo sacro luogo dal XIX secolo: “San Michele, principe delle milizie, ora come non mai si fa portatore di una nuova era. In un momento storico dove siamo tutti avvolti dall’ombra della paura, la sua “spada di luce” si innalzerà dalla Sacra di San Michele e fenderà la notte, unendo il cielo e la terra, gli uomini e gli angeli” – scrivono.
Una vera e propria spada di luce che ha illuminato l’intero complesso monumentale e che sarà visibile, ogni sera, fino al prossimo 3 ottobre. Accanto a questa luce così particolare, sarà anche proiettata l’immagine di San Michele sulle mura del complesso.
L’Abbazia è il monumento simbolo del Piemonte e una delle più eminenti architetture religiose di questo territorio alpino, appartenente alla diocesi di Susa, prima tappa in territorio italiano della via Francigena. Dal XII al XV secolo visse il periodo del suo massimo splendore storico, divenendo uno dei principali centri della spiritualità benedettina in Italia. Ma, dal XIX secolo, si è insediata la congregazione dei padri rosminiani che, ancora oggi, regge e vive il complesso.
Fonte: valsusaoggi
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ROSALIA GIGLIANO
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