Betacourt era conosciuto per il suo carisma e per le sue catechesi, in cui sovente si soffermava sullo stesso ministero della guarigione. Alle sue predicazioni accorrevano in migliaia in tutti e cinque i continenti.
Si può arrivare vicino alla morte, consegnandosi completamente a Dio, nella perfetta pace del cuore? L’esperienza di un grande missionario offre una luce di speranza.
In migliaia hanno pregato per la sua guarigione negli ultimi giorni ma il miracolo non è avvenuto. Padre Dario Betancourt, uno dei sacerdoti più influenti del Movimento Carismatico si è spento ieri pomeriggio all’età di 82 anni.
Il carisma della guarigione
Il presbitero era ricoverato da un paio di settimane, dopo essere risultato positivo al Covid-19. Una serie di complicazioni aveva fatto precipitare il suo stato di salute negli ultimi giorni.
“Oggi è partito per la casa del Padre un grande missionario latino-americano di questa corrente di Grazia, il padre Dario Betancourt – ha riferito in una nota il Consiglio Carismatico Latinoamericano –. Il nostro amato Gesù lo accolga nella sua infinita misericordia nel regno celeste”.
Nato a Medellìn, in Colombia, nel 1939, Betancourt ha vissuto la maggior parte della sua vita negli Stati Uniti. Ha studiato filosofia e teologia a Roma, alla Pontificia Università Gregoriana, conseguendo poi il dottorato in teologia morale alla Pontificia Accademia Alfonsiana. Era incardinato nella diocesi di Brooklyn.
Betacourt era diventato famoso per le sue guarigioni e per le sue catechesi, in cui sovente si soffermava sullo stesso ministero della guarigione. Alle sue predicazioni accorrevano in migliaia in tutti e cinque i continenti.
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Grazie a padre Dario Betancourt, tante persone si sono convertite e hanno tratto forza nei momenti più bui della loro vita, dalla malattia alla depressione, fino alla perdita della fede.
Il carisma della guarigione, in padre Betancourt era così forte che egli stesso era solito ripetere che “non esistono sacerdoti guaritori, l’unico che guarisce è Dio”.
“La mia salute? Non è affare mio?”
Alcuni anni fa, il sacerdote colombiano lasciò stupefatto il suo uditorio, dopo aver raccontato della guarigione miracolosa verificatasi su se stesso. Avvertito un giorno un forte dolore al braccio sinistro, padre Betancout si fece visitare e la diagnosi fu quella di una cisti, curabile con un’operazione chirurgica.
Prima dell’intervento, il sacerdote fu sottoposto a una lunga serie di esami: “Mancava solo l’esame di coscienza”, disse scherzando in quell’occasione. Recatosi allo studio di radiologia per una tac ai polmoni, rimase allarmato dalle espressioni serie della segretaria e del medico incaricato, che gli disse di parlare con la dottoressa che lo aveva esaminato.
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La specialista riferì a padre Dario la ferale notizia: un tumore al polmone di 2,5 x 1,7 cm. Avendo in precedenza visto morire la madre e altri parenti dello stesso male, il sacerdote si domandò: “Adesso è il mio turno?”. Ciononostante, in quell’occasione Betancourt non percepì alcuno stato di “tristezza” o “disperazione”.
“Non trovo espressione in nessuna lingua per esprimere la sensazione che ho avuto – raccontò –. Uno stato tanto strano ma tanto strano…”. Più tardi, recatosi in cappella, padre Betancourt disse a Gesù: “Sai, questo non è un mio problema, questo è un tuo problema e io non voglio perdere la pace con questo problema che appartiene a Te”.
“Io mi sono consacrato a Te, appartengo a Te, i miei problemi sono i tuoi problemi. Prenditi cura di me, altrimenti lo dirò a tua Madre”, disse ancora Betancourt nella sua preghiera rivolta a Gesù.
La mano miracolosa di Maria
Tre giorni dopo, recatosi in Colombia a visitare bambini malati di AIDS presso la sua fondazione, padre Betancourt approfittò per chiedere il consulto di un altro medico sulla sua malattia.
Sottopostosi in quell’occasione a una nuova radiografia, vide uscire il dottore con uno sguardo sbalordito. Affiancando stupefatto la prima e la seconda diagnosi, il medico gli domandò se nel primo caso, per errore, non potesse essere avvenuto uno scambio di cartelle cliniche.
Come si poteva spiegare in tre giorni il passaggio “da un tumore così grande a niente?”. Fu proprio in quel frangente drammatico che padre Betancourt intuì l’intervento di Maria nella sua malattia. Dopo la terza tac realizzata in pochi giorni, il sacerdote risultava perfettamente guarito “grazie a Gesù e alla sua intercessione”.
La guarigione per mano divina sperimentata sul proprio corpo ha reso ancor più credibile il carisma ministeriale di padre Dario Betancourt. C’è da immaginarsi che lui stesso abbia vissuto la sua agonia e il suo ritorno al Padre, con lo stesso identico spirito di fiducia e di pace interiore provati in quell’incredibile miracoloso episodio.
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