L’immagine che ha fatto commuovere tutti, e che rappresenta il vero insegnamento che Gesù ha lasciato a ciascuno di noi.
Ora con la notizia della sua morte, torniamo a guardare quella foto. A quell’uomo che, prima di allora, forse nessuno conosceva.
Si chiamava Vinicio Riva ed aveva una grave malattia. Ricordiamo insieme chi era.
Un incontro che ci ha fatto commuovere
Quell’abbraccio, quell’immagine che è rimasta scolpita nel nostro cuore e non solo. Il mondo, che fino ad allora non lo aveva conosciuto, da quel momento ha iniziato a ricordarsi di lui. Era il novembre del 2013 quando Vinicio Riva incontrò Papa Francesco in piazza San Pietro. Un uomo sofferente, a causa di una grave malattia che gli ha deturpato il volto.
Vinicio aveva il morbo di von Recklinghausen. È volato al cielo mercoledì 10 gennaio, all’ospedale di Vicenza. Aveva soltanto 58 anni. Il suo abbraccio con il Santo Padre, le carezze che Francesco gli aveva destinato, sono stati il segno vero e proprio dell’insegnamento che Gesù ci ha lasciato, di non lasciare mai da soli coloro che soffrono.
Un abbraccio fra Vinicio e Papa Francesco che è rimasto scolpito nel cuore di tantissime persone. Il Papa gli aveva accarezzato il volto e lo aveva stretto a sé. Quel volto così deturpato dalla malattia ma allo stesso tempo così desideroso di avvicinarsi a Cristo, guardando negli occhi il Papa. Da quel momento, i riflettori si sono accesi sulla neurofibromatosi, malattia rara che solo in Italia colpisce migliaia di persone, fra cui anche lo stesso Vinicio.
Vinicio è volato al cielo
Si tratta di una malattia genetica, una delle più diffuse ma tra le meno note. Cordoglio per la sua morte non solo da chi ha conosciuto Vinicio, ma anche dal presidente della regione Veneto, Zaia che, in un suo ricordo, ha menzionato proprio il momento dell’abbraccio fra Francesco e Vinicio: “L’immagine di un lungo abbraccio tra papa Francesco e Vinicio durante un’udienza ha fatto il giro del mondo, ricordando a tutti che l’inclusione e la socializzazione, di fronte a tutte le barriere che potrebbero creare isolamento nella malattia, sono un diritto universale per i malati e un dovere per tutta la società. Per questo gli siamo grati e lo ricorderemo” – come scritto, anche, dal quotidiano Avvenire.
Preghiamo anche noi affinchè Vinicio sia accolto in Paradiso, nell’abbraccio pieno ed eterno della Vergine Maria e di Dio Padre.