La risposta ci viene dalla vita dalla donna che ha vissuto un rapporto del tutto speciale con Gesù Eucarestia.
Beata Maria de San Josè – photo web source
La storia particolare della Beata Maria de San Josè, venezuelana che scoprì da piccola l’amore per l’Eucarestia. Da quel giorno capì che quella sarebbe stata la strada della sua vita. Conosciamola insieme.
L’Eucarestia al centro della vita
Una vita passati con i poveri e gli esclusi perché in loro si avverte e si vede la vera presenza di Cristo. L’Eucarestia che resta al centro della sua esistenza tanto da farne il suo unico nutrimento quotidiano. La storia che vi raccontiamo è quella di Maria de San Josè, una beata del Venezuela.
Molti si domandavano come facesse a sopravvivere con il solo nutrimento eucaristico, ma era come una vera e propria offerta a Gesù della sua vita, come a specificargli che voleva nutrirsi solo ed esclusivamente del suo corpo e di nient’altro perché era quello che le bastava.
La Beata Maria de San Josè
Ma chi era Maria de San Josè? Nata a Choroni, in Venezuela, il 25 aprile 1875 e, prima di prendere i voti, si chiamava Laura Alvarado Cardozo. L’amore per l’Eucarestia, scoperto da bambina, le fece comprendere quello, e per molti anni, sarebbe stato il suo stretto rapporto con il Signore.
Il suo amore illimitato per Cristo Eucaristia la portò a dedicarsi al servizio dei più bisognosi, nei quali vedeva Gesù sofferente. Per questo fondò la “Congregazione delle Agostiniane Recollette del Cuore di Gesù”, dedita proprio all’assistenza degli anziani e dei bambini orfani e abbandonati.
La preghiera e la devozione all’Eucarestia: il digiuno totale
Tanti i momenti di preghiera nella sua vita e tante, anche, le preghiere che lei stessa offriva per la salvezza delle anime, affiancata anche da dei sacrifici veri e propri. Come quando venne a sapere che suo padre era in fin di vita e, inginocchiandosi per pregare, chiese la di lui conversione e il ritorno in salute. La conversione avvenne e lei, ringraziando Dio per averla ascoltata, gli offrì la promessa di un digiuno totale.
La sua profonda pietà, radicata nell’Eucaristia e nella preghiera, era arricchita da una tenera devozione alla Vergine Maria, dalla quale prese il nome e che imitava dicendo: “Vorrei vivere e morire cantando il Magnificat”. Una morte che, le sue consorelle, notando il suo sacrificio, pensavano fosse arrivata a breve.
Digiunò nutrendosi solo dell’Eucarestia
Ma suor Maria de San Josè si nutriva con la cosa più importante: il Corpo di Cristo e lo fece per 10 anni della sua vita, fino alla morte a 92 anni, assumendo pochissime porzioni di cibo.
La carità fu la virtù nella quale più si distinse e che la portò a ripetere continuamente alle sue Figlie: “Gli esclusi da tutti sono nostri; quelli che nessuno vuole ricevere sono nostri”.
Attualmente, il suo processo di canonizzazione è iniziato nel 1990. E’ stata proclamata beata da Papa Giovanni Paolo II il 17 maggio 1995.
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ROSALIA GIGLIANO