Le ultime “novità” infatti non fanno stare affatto tranquilli tutti coloro, e sono molti, che, al contrario vedono in esse la prospettiva di un incubo totalitario dovuto alle tecnologie.
Ci sono infatti tecnologie estreme, come i microchip sottocutanei, che da tema di “complottisti” sta diventando un po’ alla volta sempre più una realtà assodata e ben concreta.
Il rischio di una società alla deriva purtroppo in questo tempo è ben presente negli occhi e nella mente di tanti. Ci sono paesi come la Svezia in cui il microchip sottocutaneo è già ampiamente usato per questioni assolutamente irrisorie e marginali come pagamenti digitali, scansione di biglietti del treno, ora anche green pass e cose di questo tipo. L’azienda produttrice dovrà incontrare il governo italiano, ma i dubbi e le resistente di molti cittadini su queste tematiche fanno per fortuna pensare, almeno nel nostro Paese, a un passo indietro.
Il rischio concreto che è già dietro l’angolo
Già infatti si dice spesso, in maniera sommessa ma in qualche modo anticipatoria, che prima o poi la nostra società abbandonerà alcune azioni quotidiane come l’uso dei contanti nei pagamenti, o l’uso di documenti cartacei classici per l’identificazione, grazie a dei microchip sottocutanei. Proprio in queste ore il ministro italiano per la transizione digitale, l’ex ad di Vodafone Vittorio Colao, ha affermato che dalla nascita alle nozze sono 14 i documenti dei cittadini italiani che verranno interamente digitalizzati.
Quella in atto da alcuni anni in Svezia è tuttavia una vera e propria sperimentazione, con l Paese in prima fila nel voler abbandonare l’uso del denaro contante. Come in Italia giornali americani stanno parlando di una sorta di sperimentazione “politica” che sta avvenendo in questi mesi, nel paese scandinavo da qualche anno sta già avvenendo quella tecnologica. I microchip sottocutaneo, che viene descritto come un “dispositivo medico”, viene innestato a pochi millimetri sotto la superficie della pelle.
Uno strumento che in Svezia, in maniera del tutto assurda, sta letteralmente andando a gonfie vele, con il numero di persone disposte a farselo impiantare in continua crescita. Già l’ottanta per cento dei negozi svedesi, infatti, accetta solo pagamenti tracciabili con carta di credito, mentre invece alcuni di questi, compresi i mercati comunali e i servizi come taxi, accetta pagamenti con il chip.
Come funzionano gli strumenti che puntano a una società da incubo
Il dispositivo è di Radio Frequency IDentification e contiene le informazioni personali del proprietario dell’impianto al fine di identificarlo in caso di necessità. Chi se lo fa impiantare addosso non dovrà più girare con i documenti di riconoscimenti, perché ha già tutto lì. Ma c’è un altro lato della medaglia a dir poco evidente. Oltre infatti le problematiche relative al doversi ficcare un dispositivo sotto il corpo, collegato per di più a internet, l’essere umano sarà potenzialmente del tutto tracciabile, in ogni luogo in cui si vuole recare.
Uno scenario assolutamente da incubo, che si collega poi al rischio del fenomeno del bio hacking. In sostanza, chiunque potrebbe entrare in maniera illegale dentro il dispositivo che uomini e donne avranno impiantate nel proprio corpo. Hacker, certo, ma anche governi, istituzioni, multinazionali. Per ironizzare, ma non troppo, in un futuro davvero inquietante le pubblicità potrebbero arrivare non più solamente nel telefonino, da parte di call center invadenti, ma anche nei nostri microchip sottopelle.
L’azienda svedese che produce i microchip si chiama Biohax, e ad oggi sta ora lavorando per diffondere la tecnologia in altre parti d’Europa. Da qualche tempo ha anche messo in piedi una sua filiale italiana, Biohax Italia, ancora in in attesa dell’approvazione delle autorità sanitarie e del Ministero della Salute. Dopodiché, la fase di prova prevede di impiantare i chip sottocutanei, grandi come un chicco di riso e impiantati tramite una siringa, in circa 2.500 soggetti a Milano e Roma nei primi sei-otto mesi.
Già in Italia c’è chi si fa impiantare il chip clandestino
Tuttavia già oggi in Italia centinaia di persone si sono fatte impiantare il chip senza la certificazione del Ministero della Salute, grazie a un centro medico. “È un passo verso il futuro. È una cosa estremamente futuristica ed è già realtà. Questa tecnologia è nata per aiutarci, per darci piccoli ‘superpoteri'”, è quanto affermato da Erica Larsen, guida di Biohax Italia, a Euronews.
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Cresce quindi, inevitabilmente, la preoccupazione dell’opinione pubblica a tal proposito. Già durante la pandemia, infatti, sempre più persone si mostrano del tutto reticenti nel consegnare i propri dati, ad esempio quelli sanitari sul Covid, ai governi, come accade con il green pass. C’è quindi da stare ben attenti. D’altronde, già l’apocalisse mette in guardia su una situazione assolutamente analoga a quella descritta.
“Essa fa sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, ricevano un marchio sulla mano destra o sulla fronte, e che nessuno possa comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: è infatti un numero di uomo, e il suo numero è seicentosessantasei” (Apocalisse 13,16-18).