Nella vita può capitare a tutti di vivere momenti difficili e molto stressanti a livello psicologico. Quello emotivo è un vero e proprio dolore, come è stato riscontrato, che il nostro cervello percepisce analogamente a quello fisico.
Questo accade in situazioni di distacco, lutto, abbandono o di qualsiasi tipo, che possano provocarci questa sofferenza.
Che cos’è il dolore emotivo e cosa provoca
Secondo alcuni studi, le aree cerebrali che si attivano quando stiamo provando un dolore fisico reagiscono allo stesso modo rispetto a quando qualcosa si rompe dentro di noi a livello emotivo, quando veniamo sopraffatti dall’inquietudine interiore.
Con l’esperimento di Eysenberg e del suo gruppo di ricerca, è stata ricreata una situazione che ha portato le persone coinvolte a sentirsi emarginate, sottovalutate e angosciate.
Questi stati d’animo si sono manifestati nelle variazioni del flusso sanguigno di due aree cerebrali chiave:
Una delle due zone era la corteccia cingolata anteriore, area coinvolta nella generazione dell’esperienza del dolore fisico dove maggiore era l’angoscia, maggiore era l’attività riscontrata in questa zona.
L’altra era la corteccia prefrontale, che mostrava maggiore inattività quanto minore era il dolore emotivo sperimentato. Quest’ultima area del nostro cervello si incarica proprio di bilanciare le nostre emozioni e contrastare proprio il dolore emotivo.
Tali informazioni rivelano chiaramente che il dolore fisico e quello emotivo sono strettamente correlati. Proprio per questo motivo è fondamentale non sottovalutare le ferite emotive e non lasciare che guariscano per conto loro, poi spiegheremo perché.
Come affrontare il dolore emotivo?
Il modo migliore per gestire il dolore emotivo è quello di saperlo interiorizzare guardandolo in faccia, e senza troppa paura di lasciarlo trapelare all’esterno, tra i propri cari, da dove possono arrivare validi aiuti.
Questo atteggiamento, nel complesso, consente di non lasciarsi sopraffare, di riuscire ad accettare le proprie cicatrici, sapendo che fanno parte della propria storia, senza troppo colpevolizzarsi né perdere fiducia in Dio e nella vita.
L’altro tipo di atteggiamento, non infrequente, è quello di trasformare il proprio dolore emotivo in rancore diffuso, unito a mancanza di perdono nei confronti di sé stessi e degli altri, perdendo sempre più fiducia in sé, nelle proprie capacità e nella vita stessa.
Dio non ci vuole così ripiegati su noi stessi, e così ci ha donato un antidoto alle nostre ferite, che sa risanarci: la Santa Confessione. Nella Confessione possiamo dire a Gesù tutto ciò che ci tormenta, ciò che noi abbiamo fatto di sbagliato (o, a volte, crediamo di aver fatto, cadendo in scrupoli eccessivi) e i nostri sentimenti più bui, che hanno oscurato il nostro orizzonte e l’immagine di noi stessi e degli altri.
La medicina per l’anima
Nel Confessionale, Gesù ci apre il suo cuore ci ridà la vita a livello spirituale che avevamo perso, ci ricongiunge a lui, da membra del suo corpo mistico che siamo. Anche se, a volte, il peccato ci “taglia via” da lui: per questo è importante confessarsi! Per poter tornare ad essere in comunione con Lui.
Inoltre il Confessore, illuminato dallo Spirito Santo nel contesto del Sacramento della Riconciliazione, potrà darci quei consigli di cui abbiamo tanto bisogno e che chiediamo sempre troppo poco. Nella Confessione, in cui avremo potuto portare a Dio con sincerità tutte le nostre miserie, ci sentiremo abbracciati da Lui, che mai ci rifiuta.
Non è affatto bene, invece, passare troppo tempo nel dolore interiore. Possono bastare dalle due settimane ad un mese di stato emotivo “luttuoso”, per qualsiasi sia il motivo che ci causa dolore emotivo, per rischiare di andare incontro alla cronicizzazione dello stesso, nonché ad uno stato depressivo patologico.
Riavvicinarsi a Dio, in questi momenti, è molto importante: può essere il momento di riprendere in mano la nostra vita e di riportarla a Lui e verso la gioia che Lui vuole donarci: se avremo l’umiltà di seguire quello che ci indicherà di fare, scopriremo che anche il dolore è un dono per poter ritrovare il suo abbraccio.