Nominati i nuovi cardinali: dovranno aiutare il Papa nel difficile compito di governare la Chiesa di Cristo.
Ecco chi sono i nuovi porporati. Tra le berrette annunciate da Francesco spicca un nominativo: una figura da anni impegnata in un contesto molto complicato.
Papa Francesco li ha annunciati domenica scorsa (9 luglio) al termine dell’Angelus in piazza San Pietro. Sono i nuovi cardinali che verranno nominati col Concistoro del 30 settembre. Le nuove porpore sono ventuno. Il loro compito, come ricordato dallo stesso Francesco in un precedente Concistoro del 2015, è quello di essere «cardine», vale a dire «un perno, un punto di appoggio e di movimento essenziale per la vita della comunità».
I nuovi «incardinati» avranno dunque il compito di supportare il Papa, come ha ribadito Francesco chiedendo di pregare per loro affinché «mi aiutino nel mio ministero di Vescovo di Roma per il bene di tutto il Santo Popolo fedele di Dio».
Cardinali di nuova nomina: chi sono
Come dicevamo, i nuovi cardinali sono ventuno. Con le nomine annunciate domenica scorsa, i cardinali creati da Francesco salgono a 142 (113 cardinali elettori e 29 non elettori).
Al 30 settembre un ipotetico conclave sarebbe dunque composto da 137 elettori, dopo aver tolto i cardinali (come Giuseppe Versaldi e Angelo Comastri) che nel frattempo avranno raggiunto gli 80 anni di età che non permettono di partecipare al voto per l’elezione del nuovo pontefice.
Ecco la lista dei nuovi cardinali annunciati dal Papa:
- Mons. Robert Francis Prevost, O.S.A., Prefetto del Dicastero per i Vescovi
- Mons. Claudio Gugerotti, Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali
- Mons. Víctor Manuel Fernández, Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede
- Mons. Emil Paul Tscherrig, Nunzio Apostolico
- Mons. Christophe Louis Yves Georges Pierre, Nunzio Apostolico
- Mons. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme
- Mons. Stephen Brislin, Arcivescovo di Città del Capo (Kaapstad)
- Mons. Ángel Sixto Rossi, S.J., Arcivescovo di Córdoba
- Mons. Luis José Rueda Aparicio, Arcivescovo di Bogotá
- Mons. Grzegorz Ryś, Arcivescovo di Łódź,
- Mons. Stephen Ameyu Martin Mulla, Arcivescovo di Juba
- Mons. José Cobo Cano, Arcivescovo di Madrid
- Mons. Protase Rugambwa, Arcivescovo coadiutore di Tabora
- Mons. Sebastian Francis, Vescovo di Penang
- Mons. Stephen Chow Sau-Yan, S.J., Vescovo di Hong Kong
- Mons. François-Xavier Bustillo, O.F.M. Conv., Vescovo di Ajaccio
- Mons. Américo Manuel Alves Aguiar, Vescovo ausiliare di Lisbona
- Rvdo. Ángel Fernández Artime, s.d.b., Rettore maiore dei salesiani
Francesco ha poi unito ai membri del Collegio Cardinalizio altri due arcivescovi e un religioso «che si sono distinti per il loro servizio alla Chiesa» e cioè:
- Mons. Agostino Marchetto, Nunzio Apostolico;
- Mons. Diego Rafael Padrón Sánchez, Arcivescovo emerito di Cumaná;
- Padre Luis Pascual Dri, O.F.M. Cap., confessore nel Santuario di Nostra Signora di Pompei, Buenos Aires.
Una nomina che spicca tra le nuove porpore
Una nomina in particolare spicca nel nutrito numero di nuovi porporati annunciati dal Papa: quella del bergamasco Pierbattista Pizzaballa, originario di Cologno al Serio, dove è nato nel 1965.
Biblista, francescano, dal 1990 si è trasferito in Terra Santa, a Gerusalemme, dove si è licenziato in teologia biblica allo Studium Biblicum Franciscanum. Nel 2004 è stato nominato Custode di Terra Santa, ricoprendo anche il ruolo di Vicario Generale del Patriarca Latino di Gerusalemme. Terminato l’incarico di Custode nel 2016, papa Francesco lo ha nominato amministratore apostolico della città gerosolimitana e infine, nel 2020, è arrivata la nomina a Patriarca Latino di Gerusalemme.
Da sempre figura di “ponte” e di dialogo tra cristiani, ebrei e musulmani nei martoriati luoghi della Terra Santa, padre Pizzaballa ha commentato così al Sir la sua nomina, definendola «un segno di attenzione del Santo Padre verso questa Chiesa, un modo per ricordarne l’importanza non solo per la storia ma anche per le ferite che porta con sé».
Per quel che riguarda la vita della Chiesa madre di Gerusalemme, ha detto il neoporporato, «essa continuerà come prima, cambia il colore, rosso della porpora cardinalizia, ma non lo spirito con cui si lavora. Ma il rosso – ha aggiunto Pizzaballa – non è solo il colore del sangue ma è anche quello della passione. Abbiamo bisogno di passione per la Terra Santa e metterci tutto il nostro cuore».