Come abbiamo già avuto modo di scrivere possiamo affermare che difficilmente saranno spese parole definitive sul fenomeno Medjugorie, mentre si andrà certamente verso un nuovo approccio pastorale per i fedeli che si avvicinano alla parrocchia di S. Giacomo. Un punto che dovrebbe far parte delle nuove indicazioni che arriveranno dal Vaticano è quello di mettere un po’ in guardia i fedeli da certi eventi che danno le apparizioni per certe e sicure, riprendendo così la linea di alcuni documenti che già sono usciti dalle stanze della congregazione per la Dottrina della Fede. Una notizia che circolava, ossia la possibile erezione a santuario della parrocchia di S. Giacomo, appare decisamente improbabile, anche se il luogo verrà riconosciuto per le sue peculiarità di preghiera, fede e devozione.
Una sorte diversa è toccata alla parrocchia di S. Agostino a Pantano che dal 15 marzo 2005 è stata eretta a santuario mariano dall’allora vescovo di Civitavecchia, monsignor Girolamo Grillo. Lì è custodita la famosa Madonnina di Civitavecchia che dal 2 febbraio al 15 marzo 1995 lacrimò sangue, anche nella mani del vescovo incredulo. Il 26 aprile 2014, monsignor Luigi Marucci, attuale vescovo di Civitavecchia, concelebrando un pontificale con monsignor Grillo, ha perfino compiuto il gesto solenne dell’incoronazione di questa “Madonnina”. Ora, come molti sanno, quella “Madonnina” è stata fabbricata a Medjugorie e porta il nome della località balcanica sul basamento. Eppure Fabio Gregori, il primo testimone di quelle lacrimazioni insieme alla figlia Jessica, ci tiene a sottolineare che «il legame [con Medjugorie è evidente e ne ho profondo rispetto. Ma in questi vent’anni ho provato dispiacere nel vedere che molti si sono fermati a sottolineare unicamente la provenienza delle due immagini, senza approfondire l’iniziativa della Vergine a Civitavecchia. A me e alla mia famiglia la Madonna ha chiesto di vivere e testimoniare il messaggio che ha dato qui»
Così dichiara Gregori in una lunga, e rara, intervista concessa al mensile Studi Cattolici nel numero del giungo 2015. Secondo quello che sostiene Gregori, oltre le lacrimazioni, vi sarebbero ben 93 messaggi consegnati dalla Vergine Maria alla sua famiglia, tra cui anche due segreti per il vescovo e uno per il Papa. La vicenda era già stata raccontata con particolari in un libro redatto dal teologo capuccino Flavio Uboldi edito dalla Ares. Ma quale sarebbe questo “messaggio di Civitavecchia”? I Gregori sostengono che sarebbe nel solco di Fatima. «Ci ha messo in guardia che Satana è potente», dichiara Gregori, «e vuole scatenare l’odio, quindi la guerra per distruggere l’umanità. E per raggiungere questo scopo vuole abbattere la Chiesa di Dio, incominciando dalla piccola Chiesa domestica che è la famiglia, che è culla della società». Ma il proprietario della “Madonnina di Civitavecchia” si spinge oltre. «La Madonna», dichiara al giornalista Riccardo Caniato, «ha aggiunto che il demonio avrebbe fatto di tutto per minare l’unità della famiglia cristiana fondata sul matrimonio e che, senza una nuova conversione, molti pastori avrebbero tradito la propria vocazione, anche con grave scandalo, e che la Chiesa avrebbe conosciuto una nuova grande apostasia, cioè il rinnegamento delle verità cristiane fondamentali riaffermate nei secoli nella tradizione e nella dottrina».
Non vogliamo assolutamente prendere per oro colato queste presunte apparizioni, ma c’è un fatto che incuriosisce. Recentemente è tornata a galla nel mondo mass mediatico una lettera scritta dall’allora monsignor Carlo Caffarra a suor Lucia di Fatima. Era il tempo in cui Giovanni Paolo II incaricava proprio monsignor Caffarra di fondare il Pontificio Istituto per Studi su Matrimonio e Famiglia. Inspiegabilmente, nel senso che Caffarra chiedeva solo preghiere, arrivò da suor Lucia una lunga risposta autografa in cui è scritto: «Lo scontro finale tra il Signore e il regno di Satana sarà sulla famiglia e sul matrimonio.
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