Davanti ad un mondo che corre ed è iper connesso, fa bene scoprire che ci sono ancora piccoli angoli di Paradiso dove potersi rifugiare senza essere disturbati da niente. Un luogo immerso nella natura dove il silenzio, la meditazione e la preghiera sono la migliore compagnia.
Un posto dove stare per contemplare la bellezza di ciò che Dio ha creato e dove l’uomo vive, ma anche un modo per staccare la spina.
L’eremo, luogo di silenzio
Quando pensiamo alla parola Eremo, subito ci viene in mente qualcosa che “ci isoli dal mondo che ci circonda”. Un sinonimo di Eremita, colui che viveva in solitudine, ma che, grazie proprio a questa “strana” compagna di viaggio”, pregava e meditava il mistero di Dio forse meglio di chiunque altro.
Oggi gli eremi esistono ancora, e sono quei luoghi dove la spiritualità è più forte che altrove. Sono luoghi lontani dal mondo frenetico, a volte situati anche in boschi o foreste, ma che permettono, non solo ai monaci che scelgono questa vita, ma anche ai visitatori, di vivere nel silenzio e a contatto con Dio.
San Romualdo e la nascita degli eremi
L’Eremo dei Camaldoli è stato uno dei primi edifici costruiti nel 1012 da San Romualdo, monaco benedettino. Questo Santo scelse un posto, ovviamente, isolato, quello delle Foreste Casentinesi, oggi fra le province di Forlì ed Arezzo. Un luogo impervio, isolato, ma ideale per contemplare, pregare e meditare.
Addentrandosi nel bosco, il visitatore non solo rimane colpito dalla natura che lo circonda e dall’Eremo stesso, ma anche dal Santuario della Verna, che lì vicino è presente, e luogo di preghiera di San Francesco d’Assisi.
L’eremo fra la Toscana e l’Emilia
Oggi l’Eremo ha cambiato la sua struttura originaria: dalle 5 cellette che vi erano in origine, oggi sono 20 e, 9 di queste, sono abitate dai monaci benedettini. La sua caratteristica struttura a chiocciola permette a tutte le cellette di avere la finestra che affaccia sull’orto, luogo lavorato dai monaci e dai quali essi ricevono il loro cibo quotidiano.
Ma quando pensiamo a questo tipo di luogo, non dobbiamo pensare che sia confinato solo fra la Toscana e l’Emilia. Anche in Campania c’è un Eremo dei Camaldoli. Si tratta di un monumentale complesso storico ed artistico che si erge, proprio, sull’omonima collina dei Camaldoli.
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Napoli e il suo Eremo dei Camaldoli
Venne fondato nel 1585 da Giovanni d’Avalos e fu eretto sul luogo dove esisteva una chiesa dedicata alla Trasfigurazione, in seguito intitolata al Santissimo Redentore. Un grande arco da l’ingresso alla chiesa, costruita sulle rovine dell’antica cappella. Quest’ultima è affiancata dalla grande torre campanaria e da un belvedere suddiviso in due aree, la prima per i monaci e l’altra per i visitatori.
Il complesso, durante l’arco della sua storia, è stato soppresso due volte: la prima per volere di Napoleone nel 1807 e la seconda per volere dei Savoia nel 1866.
Nel 1885 ritornò ad essere gestito dai Benedettini ed, oggi, è retto dalle suore di Santa Brigida.
Luoghi unici nel loro genere, ma che permettono all’uomo comune di ritagliarsi un po’ di tempo per stare, davvero, a tu per tu, con Dio.
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