Una preghiera, quella che vi proponiamo, che non solo gli anziani sono invitati a recitare ma anche tutti quanti noi.
È l’occasione per porre l’attenzione sui nostri anziani, più volte richiamata dal Santo Padre.
La fortuna di essere anziani
Gli anziani: la nostra storia, le radici delle nostre famiglie, i portatori sani di memoria. Quella memoria che, se non fosse pe loro, andrebbe perduta per sempre. Ma anche le spalle sulle quali molti figli si appoggiano, chiedono aiuto e sostegno, e dal quale ne ricevono amore, soprattutto.
Ma tanti sono anche gli anziani soli, che non hanno più nessuno e che vorrebbero tanto qualcuno anche solo per scambiare qualche parola e sentirsi confortati in quest’ultimo tratto di vita terrena. A tutti, proprio a tutti, più volte, Papa Francesco ha rivolto il suo personale pensiero.
Gli anziani non sono soltanto i nonni, ma anche tutti coloro che, pur non avendo nipoti, hanno raggiunto quell’età che, molti, definiscono “terza”. Anche lo stesso Pontefice si definisce come “uno che appartiene a questa categoria”. E, proprio anche per questo suo sentirsi così vicino agli anziani, anche quest’anno, per la seconda volta, ha indetto la Giornata Mondiale degli Anziani e dei nonni.
La Giornata mondiale voluta dal Papa
Una giornata che, come lo scorso anno, sarà celebrata nelle vicinanze della festa liturgica dei Santi Gioacchino ed Anna, i genitori di Maria e, di conseguenza, i nonni di Gesù. Sì, perché anche Nostro Signore ha avuto i nonni. Segno che, queste persone, sono importantissime sempre, nella vita di ciascuno di noi, come lo sono state anche per lo stesso Gesù.
Quest’anno, questa Giornata così importante e voluta da Papa Francesco, si celebrerà domenica 24 luglio ed avrà un motto molto particolare, tratto da un Salmo: “Nella vecchiaia daranno ancora frutti”. Perché gli anziani non sono uno scarto, anzi: sono gemme, le più preziose di qualunque altra.
La preghiera per e con gli anziani
Preghiamo per loro ed uniamoci, anche, alla loro personale preghiera. Perché, diciamocelo: gli anziani pregano molto e più di noi. Sono un esempio da seguire. Per questo motivo, proprio insieme a loro, recitiamo questa preghiera:
“Benedetti quelli che mi guardano con simpatia,
benedetti quelli che comprendono il mio camminare stanco.
Benedetti quelli che parlano a voce alta,
per minimizzare la mia sordità.
Benedetti quelli che si interessano alla mia lontana giovinezza,
benedetti quelli che non si stancano di ascoltare
i miei discorsi ripetuti tante volte.
Benedetti quelli che comprendono il mio bisogno di affetto,
benedetti quelli che mi regalano frammenti del loro tempo.
Benedetti quelli che si ricordano della mia solitudine,
benedetti quelli che mi sono vicini nella sofferenza.
Beati quelli che rallegrano gli ultimi giorni della mia vita,
beati quelli che mi sono vicini nel momento del passaggio.
Quando entrerò nella vita senza fine,
mi ricorderò di loro presso il Signore Gesù”.