Senza la pretesa di sostituire la meditazione evangelica quotidiana, ecco un testo di spiritualità, che offre ottimi spunti e buone chiavi di lettura per la nostra vita interiore.
La Scrittura, la liturgia e i santi hanno sempre una parola buona, ogniqualvolta ci ritroviamo nelle “zone d’ombra della fede”.
Un cammino che richiede pazienza e perseveranza
Il calendario dei MA di Stefania Perna propone “365 dubbi del credente e le risposte della Scrittura” (Tau editrice, 2021) è arrivato nelle librerie. L’autrice, docente di ruolo in lettere, un dottorato in letteratura cristiana antica è al suo ottavo libro in otto anni, con cui prosegue la ricerca biblico-spirituale delle precedenti pubblicazioni.
Il punto di partenza, come suggerisce il titolo, è il dubbio. Tutta la vita è affrontare problemi e la vita di preghiera, in questo, non fa eccezione. Il percorso di conoscenza personale con Dio presuppone una non-conoscenza precedente. L’incontro con Lui, in alcuni casi, è improvviso, sfolgorante e rivelativo ma mai risolutivo o, quantomeno, mai da subito.
Le zone d’ombra nella vita spirituale di ognuno e il relativo processo di “illuminazione” richiede tempo – anni, più spesso decenni – e, soprattutto, pazienza e perseveranza.
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I “ma” in questione sono la cartina di tornasole di un perenne dualismo spirito-materia che non si risolve mai con un aut-aut assoluto. Gli strumenti per andare oltre sono essenzialmente due: la preghiera (da accompagnarsi sempre al sacramento eucaristico) e la Sacra Scrittura. Una preghiera mai accompagnata dalla meditazione della Scrittura o, viceversa, una mera lettura dei testi sacri, non accompagnata dalla meditazione saranno necessariamente sterili.
La risposta discreta del Signore
Il calendario dei MA suggerisce un approdo alle Scritture, a partire dai propri dubbi umano-spirituali. Ogni giorno porta un dubbio ma, per ogni dubbio, Dio ha sempre una risposta: bisogna solo avere la docilità di cuore per accoglierla.
Il 4 gennaio, ad esempio, il dilemma sarà: “Ma tutto il giorno che ho davanti mi pare grigio e senza gioia!”. Con nostra grande sorpresa, Dio ci risponde e ci consola con ben cinque Salmi (85, 142, 46, 129, 45) e con Isaia 50,4-5.
Se il 18 gennaio, il dubbio è se quello che Dio chiede non sia “troppo alto e difficile”, il Deuteronomio, sorprendentemente, ci risponde: “Questo comando che ti ordino, non è né troppo alto, né troppo lontano da te. Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica” (Dt 11,14).
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Il 24 gennaio, viene chiamata in causa un’opera di misericordia: “Come sopportare cose e persone indisponenti?”. Ci viene incontro la Lettera ai Colossesi: “Qualunque cosa facciate, fatela di cuore, come per il Signore e non per gli uomini” (Col 3,23-24). Gli fa eco la Prima Lettera di Pietro: “È una grazia per chi conosce Dio subire afflizioni, soffrendo ingiustamente” (1Pt 2,18-23).
La saggezza dei Santi ci viene in soccorso
La risposta di Dio ai nostri dubbi non arriva esclusivamente dalle Scritture espressa a gennaio, marzo, maggio, luglio, settembre e dicembre. I restanti mesi offrono il contributo della preghiera liturgica (febbraio e agosto) e dei Santi, Beati e Servi di Dio (aprile, giugno e ottobre). Novembre, mese dal tema Il credente e la morte, offre spunti da tutti e tre gli ambiti pocanzi menzionati.
Quando ci sentiamo “un nulla” e le nostre azioni producono “pochi risultati”, il 3 aprile, troviamo un aforisma di San José Maria Escrivà che non potrà non sorprenderci: “Troppa semplicità è la tua quando giudichi il valore delle imprese d’apostolato da quello che di esse è visibile. Con questo criterio dovresti preferire un quintale di carbone a un pugno di diamanti”.
Certo, è impossibile che, al termine della nostra vita, tutti i nostri dubbi saranno risolti, né che la risoluzione di un dilemma spirituale non possa spalancarne un altro. Eppure, come scrive l’autrice nella quarta di copertina, “se anche una sola risposta dovesse gettare luce nel cuore di un solo lettore, questo calendario avrà avuto motivi sufficienti per essere stato stampato!”.
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