Elena Donazzan: “Minacciata perché sono contro l’utero in affitto”

Elena Donazzan minacciata sui socialL’assessore di Forza Italia Elena Donazzan è stata vittima di minacce dopo aver espresso pubblicamente il proprio dissenso in materia di utero in affitto.

Non vi è dubbio che l’utero in affitto (o maternità surrogata) sia una delle rivendicazioni più importanti per la comunità Lgbt. Già dall’approvazione della legge sulle unioni civili, infatti, gli attivisti si erano lamentati perché la legge li tutelava solo sotto certi aspetti e non prevedeva né la possibilità dell’adozione del figlio di terzi né quella di uno dei due componenti della coppia del figlio del compagno. A queste lamentele con il tempo si sono aggiunte quelle riguardanti al riconoscimento della paternità/maternità in favore di coppie omosessuali che adottano figli all’estero dopo averli ottenuti attraverso la maternità surrogata. Questo perché negli ultimi mesi alcuni sindaci si sono schierati contro la legge vigente trascrivendo gli atti di nascita giunti dai Paesi stranieri.

La posizione di Elena Donazzan e le minacce

Questi eventi di cronaca hanno sospinto il dibattito politico e pubblico sull’argomento, con l’Italia che si è spaccata in due parti: una in favore delle rivendicazioni delle coppie omosessuali e l’altra in favore della legge naturale. Da quest’ultima parte si è schierata anche l’assessore di Verona (Forza Italia) Elena Donazzan, la quale si è espressa pubblicamente sul proprio profilo Facebook pubblicando la foto di Generazione Famiglia e di Pro Vita ed aderendo di fatto alla campagna #stoputeroinaffitto.

Tanto è bastato per scatenare la reazione violenta dei social che hanno cominciato a criticare ed insultare la politica, fino ad arrivare alle minacce. Una reazione che ha lasciato basita la Donazzan che in una recente intervista concessa a ‘Tempi‘ si è lamentata dell’atmosfera intimidatoria e della mancanza di libertà di pensiero che si respira di questi tempi se si è contrari alle posizioni Lgbt: “Faccio politica da sempre, detesto il turpiloquio, ma di che razza di dialettica e argomentazioni stiamo parlando quando il dissenso nei confronti di una persona si trasforma in minacce di morte per chi difende la vita dal suo inizio? Sarebbero questi i sostenitori dell’utero in affitto? Le ronde degli haters con la tastiera in braccio?”.

Per fortuna non tutti i sostenitori della pratica si esprimo attraverso la violenza, il problema che solleva la Donazzan è a più ampio raggio e riguarda la modalità di relazione favorita dai social: praticamente per qualsiasi tematica ci sono gruppi di discussione che ospitano soggetti violenti, pronti ad attaccare verbalmente e a minacciare l’interlocutore qualora sia in disaccordo con il proprio punto di vista. Il fenomeno, conosciuto come “Hating”, è preoccupante soprattutto per le nuove generazioni, ma è difficile dire se questo atteggiamento intimidatorio possa in futuro verrà applicato anche dal vivo e non solo più da dietro uno schermo.

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Luca Scapatello

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