Il piccolo Elia è deceduto quando aveva appena 8 anni ma aveva già sviluppato una fede che molti faticano a trovare dopo una vita intera.
Persino i suoi genitori, che lo hanno educato alle vie della fede, sono rimasti sorpresi nel vedere quanto fosse diventata matura nel loro bambino.
Ci sono storie che, viste da fuori e con una prospettiva solamente razionale, fanno gridare all’ingiustizia. Una di queste è quella del piccolo Elia Salvagno, bambino di 8 anni deceduto lo scorso marzo dopo 6 anni di terapie e operazioni per combattere un tumore. I genitori hanno scoperto che era malato quando ne aveva 2 di anni e nel suo collo è spuntato un rigonfiamento. All’ospedale gli avevano detto di non preoccuparsi, ma mamma Annalisa aveva compreso che c’era qualcosa che non andava ed ha fatto una seconda visita. Lo specialista ha confermato il suo timore: si trattava di rabdomiosarcoma, una rara forma tumorale che colpisce i bambini.
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Nei successivi due anni Elia si è sottoposto a 9 cicli di chemioterapia, 28 sedute di radioterapia e 2 biopsie. Le cellule maligne si sono ridotte, ma il tumore non accennava a scomparire, così i medici hanno deciso di operarlo per rimuovere il tumore dal suo corpo. Per due anni il piccolo è stato bene, ma alla fine la malattia è tornata in forma più aggressiva. Dopo le nuove terapie sembrava che il tumore fosse scomparso ma è ricomparso nuovamente e questa volta non c’è stato nulla da fare.
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Raggiunti da ‘Aleteia’, i genitori hanno raccontato sia la storia del loro bimbo che il suo modo di essere. Ne emerge la storia di un bambino che ha vissuto quasi tutto il periodo delle cure senza avere forti dolori e senza patire eccessiva fatica. Era pieno di vita e di allegria, oltre ad aver sviluppato una fede fuori dal comune. Toccanti le parole del padre quando lo definisce: “un bambino forte, non si lasciava abbattere. Sapeva di essere malato e diceva: ‘sono stato malato tante volte, passerà anche questa’. L’ultima volta mi ha detto: ‘ma papà, mi capitano sempre tutte a me! Alla fine sai cosa farò io? farò il patrono degli ammalati'”.
Il momento in cui però li ha stupiti entrambi è stato quando si erano recati in parrocchia ed il parroco gli ha chiesto cosa volesse chiedere al Signore. Sia i genitori che Elia sapevano che si trattava probabilmente degli ultimi momenti, ma lui invece di chiedere la guarigione disse: “La vita eterna”. A raccontarlo è mamma Annalisa, la quale non nasconde di aver provato un forte dispiacere per quella richiesta e di avergli chiesto il motivo di quella decisione. Domanda alla quale Elia rispose: “ma mamma, tutti pregano per la guarigione, noi dobbiamo chiedere le cose importanti, la vita eterna“.
Sono rimasti tutti esterrefatti ed inizialmente pensavano avesse sentito quelle parole da qualcuno al catechismo. Tuttavia con il passare dei giorni si sono resi conto che non era qualche convincimento esterno che lo aveva spinto a richiedere la salvezza per la sua anima invece di quella per il corpo: “Ad un certo punto ho capito che c’era il Signore che stava operando in lui direttamente. Noi gli abbiamo dato quello che potevamo, coraggio umano e affidamento a Dio, ma poi Gesù ha cominciato a parlargli direttamente”.
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Luca Scapatello
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