Una studentessa di informatica è stata sottoposta ad un intervento chirurgico in Costa Rica durante il quale è morta; lei afferma di essere stata nell’aldilà dove ha incontrato un angelo che le ha detto di ‘tornare indietro’ perché c’era stato ‘un errore’. Si è risvegliata all’obitorio.
Graciela H., 20 anni, ha condiviso la sua storia sul sito Near Death Experience Research Foundation. Ecco il suo racconto:
«Ho visto medici che erano agitati e intervenivano velocemente su di me….. Hanno controllato i miei segni vitali, mi hanno fatto la rianimazione cardiopolmonare. Vedevo che ad uno ad uno lasciavano la stanza, lentamente. Non riuscivo a capire perché stavano agendo in quel modo. Io mi sentivo bene. Ho deciso di alzarmi. C’era solo più un medico lì con me, guardava il mio corpo. Ho deciso di avvicinarmi, ero in piedi vicino a lui, sentivo che era triste e la sua anima era devastata. Ricordo di avergli toccato la spalla, con dolcezza, e poi lui se n’è andato. …
Il mio corpo ha cominciato a elevarsi, come se venisse alzato da una strana forza. È stato fantastico, il mio corpo stava diventando più leggero. Mentre passavo attraverso il tetto della sala operatoria, ho scoperto che riuscivo a muovermi ovunque, volevo e potevo. Sono stata attirata in un posto dove… le nuvole erano brillanti, una stanza o uno spazio aperto…. Tutto intorno a me era di colore chiaro, molto luminoso, il mio corpo sembrava alimentato da energia, il mio petto era pieno di felicità….
Ho guardato le mie braccia, avevano stessa forma, ma erano fatte di materiale diverso. Il materiale era come un gas bianco mescolato con un bagliore bianco, lo stesso bagliore che avvolgeva il mio corpo. Ero bella. Non avevo specchio per vedere la mia faccia, ma io … potevo sentire che il mio viso era carino. Addosso era come se avessi un lungo abito bianco, semplice. … La mia voce era un misto tra quella di un’adolescente e quella di una bambina…
All’improvviso una luce più chiara del mio corpo si è avvicinata a me…. La sua luce mi accecava, ma volevo guardarla lo stesso, non mi importava se diventavo cieca….volevo vedere chi era. Mi ha parlato, aveva una bella voce e mi ha detto: “Non puoi continuare ad avvicinarti…..”. Ricordo che parlavo la sua stessa lingua e che lo facevo con la mente. Io piangevo perché non volevo tornare indietro, mi ha preso, mi ha tenuto…. Lui era tranquillo per tutto il tempo, mi ha dato forza. Sentivo amore ed energia. Non c’è amore e forza in questo mondo da poter confrontare con quello. … Mi ha parlato ancora: “Sei stata mandata qui per sbaglio, lo sbaglio di qualcuno. Hai bisogno di tornare indietro…. Per venire qui, è necessario realizzare molte cose. … Cerca di aiutare più persone”.
Nella Camera Mortuaria
Ho aperto gli occhi, tutto intorno a me c’erano porte metalliche, le persone erano sdraiate su tavoli in metallo, un corpo ne aveva un altro adagiato sopra di lui. Ho riconosciuto il posto: ero nella camera mortuaria. Potevo sentire il ghiaccio sulle ciglia, il mio corpo era freddo. Non riuscivo a sentire nulla…. Non ero nemmeno in grado di muovere il collo o parlare. Mi sentivo assonnata…. Due o tre ore dopo, ho sentito delle voci, e ho riaperto gli occhi. Ho visto due infermieri. … Sapevo quello che avrei dovuto fare: avere un contatto visivo con uno di loro. Ho avuto appena la forza di sbattere gli occhi e l’ho fatto un paio di volte. Una delle infermiere mi ha guardata, spaventata e ha detto al suo collega: “Guarda, guarda, sta muovendo i suoi occhi”, lui le ha sorriso e le ha risposto: “Andiamo, questo posto è spaventoso”. Dentro di me, stavo urlando, “Per favore, non lasciatemi!”
Io non ho più chiuso gli occhi fino a quando è arrivato uno dei medici. Tutto quello che ho sentito è che ha detto: “Chi ha fatto questo? Chi ha mandato questa paziente all’obitorio? I medici sono pazzi”. Non ho chiuso gli occhi fino a quando ero sicura di essere lontano da quel luogo. Mi sono svegliata tre o quattro giorni dopo. Non riuscivo a parlare. Il quinto giorno, ho cominciato a muovere le braccia e le gambe… di nuovo … I medici mi hanno spiegato che non avevo più segni vitali durante l’intervento e che avevano stabilito che ero morta, per quello mi trovavo all’obitorio quando avevo riaperto gli occhi… Mi hanno aiutata a camminare di nuovo, e recuperare completamente.
Una delle cose che ho imparato è che non c’è tempo da perdere a fare le cose sbagliate, dobbiamo fare tutto il bene possibile per il nostro stesso bene… dall’altra parte. E’ come una banca, tanto più investi e guadagni, tanto più otterrai alla fine».
Fonte: diariodeglieremiti.com
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