1. I MEDICI DELLA UNIVERSITY OF WESTERN ONTARIO HANNO LA PROVA SCIENTIFICA CHE IL CERVELLO DELLE PERSONE CONTINUA A FUNZIONARE DOPO CHE SONO CLINICAMENTE MORTE
2. UN PAZIENTE HA MOSTRATO ATTIVITÀ CEREBRALE PERSISTENTE PER DIECI MINUTI DOPO LA CESSAZIONE DEL BATTITO CARDIACO E I RICERCATORI HANNO RISCONTRATO NEL CERVELLO LE ONDE ELETTRICHE CHE NORMALMENTE SI PRODUCONO DURANTE IL SONNO PROFONDO
3. L’IDEA È CHE ACCADA QUALCOSA IMMEDIATAMENTE PRIMA DELLA MORTE CHE SPINGE IL CERVELLO COSCIENTE AD UN ALTO LIVELLO DI ECCITAZIONE, INNESCANDO SENSAZIONI E VISIONI 4. UNA LUCE INTENSA, UNA SENSAZIONE DI SEPARAZIONE DAL CORPO, L’INCONTRO CON I PROPRI CARI DEFUNTI O CON GLI ANGELI, OLTRE CHE I MOMENTI PIÙ SIGNIFICATIVI DELLA PROPRIA DI VITA
PHOEBE WESTON FOR MAILONLINE
La vita può continuare anche dopo la morte – ma solo nella modalità tipica del sonno.
I medici hanno trovato la prova scientifica che il cervello delle persone può continuare a funzionare dopo che sono clinicamente morte.
Un paziente ha mostrato attività cerebrale persistente per dieci minuti dopo la cessazione del battito cardiaco e i ricercatori hanno riscontrato nel cervello le onde elettriche che normalmente si producono durante il sonno profondo.
I medici di un reparto di terapia intensiva canadese hanno classificato il caso come straordinario e inspiegabile.
I ricercatori della University of Western Ontario hanno preso in esame gli impulsi elettrici del cervello in pazienti a cui era stata cessata la terapia di sostegno vitale, mettendoli in relazione al battito cardiaco.
Il cervello è diventato inattivo prima dell’arresto cardiaco in tre casi su quattro.
Tuttavia, in uno dei casi considerati, il cervello del paziente ha continuato a funzionare anche che dopo che cuore si era fermato.
‘In uno dei paziente, un’onda elettrica persisteva dopo la cessazione sia del ritmo cardiaco che della pressione arteriosa (ABP),’ hanno dichiarato i ricercatori.
Una significativa differenza nell’attività elettrica del cervello è stata riscontrata nei 30 minuti precedenti e nei 5 minuti successivi alla cessazione del battito cardiaco.
‘’E’ difficile definire fisiologica questa attività del cervello dato che si verifica dopo una prolungata perdita di circolazione ‘, secondo quanto riportato nel documento pubblicato nel National Centre for Biotechnology Information.
Le registrazioni dell’attività cerebrale dei quattro pazienti sono tutte molto diverse – fatto che suggerisce che tutti noi sperimentiamo il momento della morte in modo unico.
L’esperimento solleva questioni difficili sul momento esatto della morte di una persona e, quindi, sull’istante in cui è clinicamente ed eticamente corretto potere espiantare gli organi per la donazione.
Inoltre, un quinto delle persone che sopravvive ad un arresto cardiaco dichiara di aver avuto un’esperienza oltre la morte, pur essendo stato dichiarato clinicamente deceduto.
Gli scienziati, tuttavia, sono cauti e sostengono sia troppo presto per parlare di ciò che questo studio potrebbe significare per l’esperienza post-morte, soprattutto considerando che è stato riscontrato un solo caso a quanto dichiara ‘Science Alert’’.
Nel 2013, un fenomeno simile è stato certificato in un esperimento condotto su dei topi il cui cuore si era fermato.
Questa ricerca, pubblicata negli Atti ufficiali della National Academy of Sciences ha rivelato che i topi avevano un’intensa attività cerebrale un minuto dopo la decapitazione.
Il tipo di attività cerebrale riscontrata era simile a quella osservata quando gli animali erano pienamente consapevoli – ad eccezione del fatto che gli impulsi erano fino a otto volte più intensi.
Secondo i ricercatori, la scoperta che il cervello sia altamente attivo nei secondi immediatamente successivi all’arresto cardiaco, suggerisce che il fenomeno sia fisico piuttosto che di natura spirituale.
Si è spesso discusso sul fatto che il cervello morente è incapace di una tale complessa attività e che le esperienze di pre-morte riportate da alcune persone debbano necessariamente avere un fondamento mistico.
L’idea è che accada qualcosa immediatamente prima della morte che spinge il cervello cosciente ad un alto livello di eccitazione, innescando le visioni e le sensazioni associate con esperienze di pre-morte (NDE).
Una tipica esperienza NDE comporta un viaggio attraverso un tunnel verso una luce intensa, una sensazione di separazione dal corpo, l’incontro con i propri cari defunti o con gli angeli, oltre che una sorta di presa di coscienza della propria di vita attraverso i momenti più significativi.
Alcune persone emergono da queste esperienze come individui trasformati e con una prospettiva completamente diversa della vita, oppure con una visione della fede nuova.
La maggior parte degli scienziati, tuttavia, ritiene che queste esperienze di ‘quasi morte’ non siano altro che allucinazioni indotte dagli impulsi di un cervello che si sta spegnendo.
Fonte: Dagospia
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