È accaduto durante un esorcismo, il diavolo è costretto, a fare una rivelazione scomoda sulla Beata Vergine Maria.
Com’è noto i dogmi mariani sono quattro: verginità perpetua di Maria, maternità divina, concepimento senza macchia originale e assunzione in cielo. Tutti dogmi, se ci si fa caso, che ribadiscono la fede autentica in Gesù Cristo come vero Dio e vero uomo.
Il penultimo di questi dogmi, l’Immacolata Concezione, come gli altri tre è profondamente «cristologico»: è tutto al servizio della fede in Gesù. Sappiamo che storicamente il dogma dell’Immacolata Concezione risale alla bolla Ineffabilis Deus di papa Pio IX del 1854. Che comincia con queste parole: «La Beatissima Vergine, nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio concessole da Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, fu preservata da ogni macchia di peccato originale».
Rivelazione shock del diavolo
Maria è dunque, come la chiamano gli ortodossi, la Panaghía, la «Tutta pura» che non ha mai peccato. Una verità che col dogma la Chiesa ha codificato e messo al riparo, per così dire, collocandola tra i «mattoni» fondamentali e indiscutibili della fede cattolica.
E lo è al punto tale che anche il demonio è stato costretto a confermarla durante un esorcismo, a riverire e lodare la Madonna e la sua Immacolata Concezione. Lo ha raccontato il famoso esorcista Padre Gabriele Amorth, morto nel 2016.
È stato lui a ricordare, nel 2004, alcune di queste singolari esperienze. «Tutti gli esorcisti sanno quanto sia efficace, durante gli Esorcismi, invocare la Vergine, per ragioni ben note che il Demonio stesso è stato costretto a rivelare», spiegava padre Amorth. «Infatti, talvolta Dio obbliga il Diavolo a dire la verità».
In queste occasioni, paradossalmente, Satana si trasforma in «un ottimo apologista della Madonna». Padre Amorth ricorda ad esempio quanto successo a Padre Candido Amantini, l’esorcista della Scala Santa a Roma di cui lui stesso fu prima allievo e poi successore, alla morte del sacerdote, come primo esorcista.
Lo sappiamo, l’inimicizia e la lotta tra Maria, la Donna dell’Apocalisse, e il Drago non conosce soste o tregue.
Un giorno Padre Candido volle interrogare il demonio chiedendogli: «Come mai reagisci di più quando invoco la Madonna che quando invoco Gesù?». La risposta fu fulminante: «Perché sono più umiliato ad esser vinto da una semplice creatura»
C’è poi, racconta sempre padre Amorth, quella volta che un esorcista bresciano di nome don Faustino Negrini, impose al diavolo di dire che cosa temesse di più in Maria. Perché aveva paura della Madonna? Il demonio rispose: «Perché è la più umile di tutte le creature, mentre io sono il più superbo. È la più ubbidiente e io sono il più ribelle. È la più pura e io sono il più sozzo».
Satana conferma verità sulla Madonna
Parole, come si suol dire, che non fanno una grinza sul piano teologico. Sempre padre Amorth spiega di aver ricordato una volta a Satana la sua risposta sulla Vergine come la più umile, pura e obbediente tra tutte le creature.
E gli comandò di dirgli quale fosse la «quarta virtù» che lo portava a temere così tanto Maria. La risposta arrivò subito: «È la sola creatura che mi vince sempre, perché non è mai stata sfiorata dalla più piccola ombra di peccato».
Il diavolo dunque aveva confermato, a modo suo, il penultimo (solo cronologicamente) tra i dogmi mariani: l’Immacolata Concezione di Maria. E la cosa che colpisce è che non era la prima volta che lo faceva, tiene a sottolineare l’esorcista.
Era accaduto diverso tempo prima, quando ancora i teologi discutevano sul dogma dell’Immacolata Concezione. Correva l’anno 1823: ad Ariano Irpino (Avellino), due famosi predicatori domenicani del tempo – padre Cassiti e padre Pignataro, entrambi napoletani – furono chiamati a esorcizzare un dodicenne indemoniato.
I due frati posero al demonio che aveva preso possesso del ragazzino delle domande sulla Vergine Maria. Il diavolo dovette confessare di non aver mai avuto potere su di lei, neanche prima della nascita essendo lei la «piena di grazia» e già interamente votata a Dio.
Padre Cassiti e padre Pignataro vollero anche imporre al diavolo di dimostrare che Maria era veramente Immacolata. E per di più, con un gusto tutto napoletano, gli ordinarono di farlo con un sonetto: una poesia di quattordici versi endecasillabi, a rima obbligata. Il ragazzino indemoniato, si badi bene, era analfabeta.
Il sonetto mariano del diavolo
Satana, che anche se è il «padre della menzogna» può essere obbligato con l’esorcismo a proferire la verità, anche nel campo della fede, se ne uscì con questi versi:
«Vera Madre son io di un Dio che è Figlio
e son figlia di Lui benché sua Madre.
Ab aeterno nacque Egli ed è mio Figlio,
nel tempo io nacqui eppur gli sono Madre.
Egli è il mio Creator ed è mio Figlio,
son io sua creatura e gli son Madre.
Fu prodigio divin l’esser mio Figlio
un Dio eterno, e me aver per Madre.
L’esser quasi è comun, tra Madre e Figlio,
perché l’esser dal Figlio ebbe la Madre
e l’esser dalla Madre ebbe anche il Figlio.
Or se l’esser dal Figlio ebbe la Madre,
o s’ha da dir che fu macchiato il Figlio
o senza macchia s’ha da dir la Madre».
I sacerdoti esorcisti costrinsero così il demonio a riverire la Vergine e la sua Immacolata Concezione con un mirabile sonetto.
Si racconta, conclude padre Amorth, che papa Pio IX si sia commosso nel leggere questo «sonetto del diavolo» che gli venne presentato proprio in occasione della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria.