Patrick Theillier, il dottore dell’Ufficio delle constatazioni mediche del santuario di Lourdes, insieme alla sua equipe, studia i casi, umanamente inspiegabile, delle miracolose guarigioni ottenute in quei luoghi.
Ciò aiuta la chiesa a fare discernimento sulla validità di alcuni presunti miracoli e a distinguere in quali casi una guarigione mostri o meno un segno dell’intervento divino.
Il dottor Theillier si occupa altresì di esperienze di pre-morte (NDE, Near-Death Experiences).
Ecco alcune testimonianze raccolte dal dottore
Nel libro “Il Paradiso per davvero” (“Heaven is for real”), il pastore metodista Todd Burpo, (Nebraska, USA) racconta la NDE del suo figlio Colton, di 4 anni soltanto.
Dopo un’ operazione d’urgenza per una peritonite, il bimbo, risvegliatosi, disse: “Ha fatto un viaggetto in Cielo.”. “Sì, mamma, me ne ricordo. E’ là che gli angeli hanno cantato per me!”. “Gesù ha detto loro di cantare perché io avevo molta paura. E dopo andava meglio.”. “Sì, c’era anche lui.”. “Ero seduto sulle sue ginocchia!”.
Inoltre Colton descrisse ciò che papà e mamma stavano facendo, mente lui subiva l’operazione. Ora dice che non ha più paura di morire, lo dice quando il padre lo mette in guardia sulla pericolosità di attraversare la strada “Che bello! Vuol dire che tornerò in Cielo!”.
Il neurochirurgo Eben Alexander, invece, scettico fino ad un’esperienza che lo toccò in prima persona, ossia una meningite fulminante, oggi racconta: “Ero in una dimensione più vasta dell’universo”. “Ma mentre i neuroni della mia corteccia venivano ridotti all’inattività completa, la mia coscienza, liberata dal cervello, percorse una dimensione più vasta dell’universo, una dimensione che non mi ero mai nemmeno sognato e che sarei stato felice di poter spiegare scientificamente prima di sprofondare nel coma. Ho fatto un viaggio in un ambiente riempito di grandi nuvole rosa e bianche … Molto sopra queste nuvole, nel cielo, volteggiavano in cerchio degli essere cangianti che si lasciavano dietro delle lunghe scie. Degli uccelli? Degli angeli? Nessuno di questi termini descrive bene questi esseri che erano diversi da tutto ciò che avevo potuto vedere sulla terra. Erano più avanzati di noi. Erano degli esseri superiori.”.
Caso ancora più singolare è quello di Don Jean Derobert, figlio spirituale di San Pio, che, durante un combattimento in Nigeria, fu addirittura fucilato: “Vidi il mio corpo al mio fianco, sdraiato e sanguinante, in mezzo ai miei compagni uccisi anch’essi. Cominciai una curiosa ascensione verso l’alto dentro una specie di tunnel. Dalla nuvola che mi circondava distinguevo dei visi conosciuti e sconosciuti. All’inizio questi visi erano tetri: si trattava di gente poco raccomandabile, peccatori, poco virtuosi. Man mano che salivo i visi incontrati diventavano più luminosi.”. “All’improvviso il mio pensiero si rivolse ai miei genitori. Mi ritrovai vicino a loro a casa mia, ad Annecy, nella loro camera, e vidi che dormivano. Ho cercato di parlare con loro, ma senza successo. Ho visto l’appartamento e ho notato che avevano spostato un mobile. Molti giorni dopo, scrivendo a mia mamma, le ho domandato perché avesse spostato quel mobile. Lei mi rispose: “Come fai a saperlo?”. Poi ho pensato al papa, Pio XII, che conoscevo bene perché sono stato studente a Roma, e subito mi sono ritrovato nella sua camera. Si era appena messo a letto. Abbiamo comunicato scambiandoci dei pensieri: era un grande spirituale.”. “Ho incontrato qualcuno che avevo conosciuto in vita (…). Ho lasciato questo “Paradiso” pieno di fiori straordinari e sconosciuti sulla terra e sono asceso ancora più in alto … Là ho perso la mia natura di uomo e sono diventato una “scintilla di luce”. Ho visto molte altre “scintille di luce” e sapevo che erano san Pietro, san Paolo o san Giovanni o un altro apostolo o il tale santo.”. “Poi ho visto santa Maria, bella all’inverosimile nel suo mantello di luce. Mi ha accolto con un indicibile sorriso. Dietro di lei c’era Gesù, meravigliosamente bello, e ancora più indietro c’era una zona di luce che sapevo essere il Padre, e nella quale mi sono tuffato.”.
Queste storie hanno davvero dell’incredibile, altri segni -potremmo dire- della vicinanza del cielo alla terra, del Dio all’uomo.
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