Mentre sempre più Paesi hanno totalmente eliminato il controverso strumento del Green pass, l’Italia continua in maniera imperterrita ad accanirsi. Ma anche l’Europa chiede di dismettere questo strumento.
Come spiega nel suo lapidario appello anche la celebre scrittrice Susanna Tamaro, con cui sotterra le scelte del governo.
A partire dalla sua introduzione, di fatto, il Green pass ha accentuato enormemente le divisioni sociali, la tensione e le contraddizioni in seno all’ordinamento costituzionale italiano. Nonostante l’Italia sia infatti, come dice la Carta costituzionale, un Paese fondato sul lavoro, e quindi chiunque abbia qualche rudimento di diritto costituzionale sa che il primo articolo vale più di chiunque altro, ancora oggi chi è sprovvisto della tessera verde introdotta politicamente dall’attuale governo non ha accesso al suo posto di lavoro, quindi gli viene impedito questo diritto fondamentale, necessario per vivere.
Il dibattito sullo strumento del Green pass
Il green pass è però stato esteso a tutti gli altri ambiti della vita sociale, in maniera secondo tanti particolarmente discriminatoria, potenzialmente illegale, sostanzialmente arbitraria, per effetto cioè di una scelta personale e parziale del governo in carica e del suo premier Mario Draghi. Visto però che gli effetti di questo strumento si riconoscono essere sempre più limitati, e molti altri Paesi a noi vicini lo hanno già abolito, non si capisce perché il governo italiano voglia ancora tirare dritto così risolutamente su questo argomento.
Tanto che lo stesso Green pass sembra addirittura cozzare con le norme dell’ordinamento europeo in materia di libera circolazione delle persone, oltre che con quelle di coordinamento delle politiche sanitarie tra gli Stati membri dell’Unione Europea. Così ieri è apparso sul Corriere della Sera un appello a dir poco lapidario di Susanna Tamara, una delle intellettuali italiane viventi di maggiore seguito, nonché da anni nota scrittrice di enorme successo.
Dalle colonne del Corriere della Sera la Tamaro ha infatti rivolto al premier Draghi una richiesta molto semplice ma altrettanto precisa: che ci si liberi quanto prima dai terribili “malefici” che questo fantomatico Green pass ha portato e continua a portare tutt’oggi nel nostro Paese e ai cittadini italiani. “Prima o poi moriremo tutti. Intanto però sarebbe bello che potessimo riprendere a vivere”, chiosa l’appello la Tamaro con ironia lapidaria.
L’appello della scrittrice Susanna Tamaro
Con cui è andata “al cuore della questione, cioè al caos e all’irrazionalità che ci hanno dominato in questi due anni“. “Quando ho cominciato a incrociare in montagna, in luoghi popolati da marmotte e camosci, escursionisti bardati da invalicabili Ffp2, quando ho visto le forze dell’ordine costrette a inseguire persone che passeggiavano nei boschi — diabetici, cardiopatici etc. che riescono a mantenere l’equilibrio grazie al movimento quotidiano — come fossero delinquenti, ho capito che la nostra società era entrata in una pericolosissima dimensione, quella che confonde il fisico con il metafisico”, è uno dei passaggi della dura lettera della Tamaro.
“Il virus non è più un virus bensì un’incarnazione del demonio, e questa incarnazione porta come conseguenza la necessità di un capro espiatorio, il no vax, e la divinizzazione del suo antagonista, il vaccino”, dice la scrittrice senza mezze parole. E domanda: “Possiamo dire che la baraonda mediatica, la canea di esperti di ogni tipo, i nefasti vaticini quotidiani lanciati da cassandre del piccolo schermo abbiano fatto un danno non indifferente alla campagna vaccinale?”. In tutto ciò, “ai giudizi spesso sprezzanti degli scienziati si è unito il coro degli esperti di rimbalzo, capaci di insultare chiunque esitasse a vaccinarsi con i toni di livida rabbia che si concede soltanto agli ubriachi al termine della notte”.
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“La necessità del capro espiatorio ha trasformato il non vaccinato in un untore manzoniano“, ha continuato la Tamaro, sottolineando che “la scienza però ci dice che, vaccinati e non vaccinati, ci scambiamo comunque tutti allegramente il contagio. In quest’ottica risulta anche difficile capire l’attribuzione taumaturgica del green pass”. E affermando in conclusione che “scienza però ci dice che, vaccinati e non vaccinati, ci scambiamo comunque tutti allegramente il contagio. In quest’ottica risulta anche difficile capire l’attribuzione taumaturgica del green pass”.
Il commento lapidario sulla scelta del governo
“In Israele, un Paese certo non sprovveduto, hanno capito che i malefici del green pass superano di gran numero i benefici e ne hanno delimitato l’uso ai grandi eventi mentre noi abbiamo le forze dell’ordine costrette a entrare nei parrucchieri di paese per chiedere il green pass alle anziane clienti che si fanno la permanente”, continua la scrittrice, prima di affossare definitivamente le scelte del governo.
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“Non stiamo sfiorando il ridicolo? L’epidemia per fortuna è alle spalle, la sua virulenza si è affievolita, andiamo verso la bella stagione, il Paese è stremato, le persone sono sempre più povere e le famiglie dilaniate da feroci conflitti tra diverse fazioni, amicizie di una vita cancellate per sempre da reciproci anatemi creando nuove e terribili solitudini umane, per non parlare dei bambini che, dopo due anni di isolamento e di nefaste comunicazioni dei media, vivono in uno stato di fragilità e di terrore a cui sarà difficile porre rimedio”.
“Penso che il nostro Paese abbia molte forze creative da mettere in gioco – conclude la Tamaro – e per liberarle abbia bisogno di essere sollevato dalla ossessiva e sempre mutevole emanazione di decreti che, come un sortilegio maligno, paralizza la vita civile, l’economia, le iniziative individuali annichilendo l’idea di futuro”