Nella terribile crisi che sta investendo l’Europa, c’è un luogo in cui tutto ciò avviene con maggiore gravità. Lo Testimonia il tracollo di uno dei simboli più importanti.
Purtroppo, però, in questo caso non sembra essere solamente frutto di presunti “nemici” della fede, ma pare che ci siano esponenti della Chiesa stessa che facciano di tutto per andare in quella direzione.
Sono molti infatti i filosofi che vedono con chiarezza nella Francia, un tempo patria di una cristianità dirompente poi passati per i nefasti eventi della rivoluzione giacobina e illuminista, una capofila del processo di scristianizzazione del Vecchio continente.
L’evento cristallizza il dramma: la Chiesa sta bruciando?
Dove però ci sono Paesi come l’Italia in cui la fede, seppure in crisi, resiste. Mentre altri, come quelli dell’est Europa tra cui Polonia e Ungheria, che hanno vissuto sulla propria pelle il dramma dell’ateismo, in cui la fede cristiana sembra farsi forza nella società e rinascere riprendendo spazio pubblico.
C’è un evento simbolo che non fa altro che testimoniare questa drammatica tendenza francese, che è il crollo della Cattedrale di Notre Dame sotto le fiamme. Insomma, dalle fiamme dell’antica cattedrale di Notre Dame a quelle della fede cristiana nella società, la Chiesa sta bruciando? La domanda sembra avere infatti un valore metaforico ma anche molto concreto, come dimostra l’attuale dibattito a proposito.
Non c’è però solo il drammatico evento di chi ha osservato il meraviglioso edificio gotico bruciare a fare preoccupare i cristiani. Pare infatti che ora, più che la prima devastazione, né stia arrivando un’altra, che è però legata dell’ideologia di chi vorrebbe ricostruirla ma in maniera del tutto diversa da prima, di fatto stravolgendola.
La terribile riqualificazione degli interni di Notre-Dame de Paris
Un cospicuo gruppo di importanti filosofi stanno cercando di evitare il dramma, con un appello pubblico il cui nome spiega già tutto: “La diocesi vuole distruggere ciò che il fuoco ha risparmiato“. La richiesta si questi intellettuali è di restaurare la splendida cattedrale che troneggia su Parigi esattamente come prima dell’incendio. Sembra però che le loro speranza siano sempre più deboli.
L’idea del progetto di riqualificazione degli interni di Notre-Dame de Paris, voluto dall’arcidiocesi parigina, sarebbe quello di rendere la cattedrale gotica nientemeno che più “moderna”. Come? La notizia fa sobbalzare sulle sedie molti cattolici. La Commissione nazionale del patrimonio e dell’architettura avrebbe infatti convocato il direttore dell’Institut supérieur de liturgie dell’Institut catholique de Paris, Gilles Drouin, assieme all’architetto Jean-Marie Duthilleul e a uno “scultore di luce” Patrick Rimoux.
Tra le varie proposte che sono arrivate c’è nientemeno che quella di banchi a rotelle illuminati, un’idea che a molti sconcerta e lascia senza parola. Al momento, per fortuna, la commissione li ha respinti ma non scartati. Pare che gli esperti ne vogliano vedere un prototipo da valutare nuovamente. Nell’idea dei progettisti, queste dovrebbero sostituire le tradizionali sedie impagliate, considerate forse troppo “tradizionali”, poco “moderne” insomma.
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Non solo Notre-Dame, ma anche una fede svuotata di contenuti
Ma se questa a molti sembra la peggiore idea, le altre non sono da meno. Tutte idee, purtroppo, promosse a pieni voti. Si parla di murales di arte moderna, effetti sonori per creare “spazi emotivi”, parole proiettate sui muri in ogni lingua, come, per esempio, il mandarino. Per quale ragione? Ovvio, perché Notre Dame dovrà essere aperta e inclusiva verso tutti. O meglio, per evangelizzare i “turisti” di “cultura non cristiana” oppure “post-cristiana”, come avrebbe affermato Gilles Drouin.
Continenti come Africa e Asia avranno una loro cappella speciale e in bella vista, mentre nel nuovo “percorso catecumenale” ci sarà grande spazio per il tema dell’ecologia, chiamato della “creazione riconciliata”. “È la follia del politicamente corretto. Vogliono fare di Notre-Dame una sala di esposizione liturgica sperimentale che non esiste da nessun’altra parte”, sono le parole allarmate di una voce emersa sul quotidiano inglese Telegraph.
“La civilizzazione cristiana apertasi nel Trecento con la conversione dell’imperatore Costantino, può considerarsi conclusa”, sono invece le parole affrante della pensatrice conservatrice Chantal Delsol, autore di un testo che è tuto un programma: “La fine della cristianità”. Una fine che quindi non fa che dare spazio al “ritorno del paganesimo”, in forma però ancora più preoccupante. Quella “cosmoteista”, in cui vi è una vera e propria sacralizzazione del cosmo che soppianto il sacro della cultura cristiana.
L’allarme: “la religione monoteista è stata sostituita dal nulla”
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Se la terribile riqualificazione di Notre-Dame non è sufficiente, a dare il terribile segnale ulteriore nella direzione peggiore, spiega la scrittrice, sono chiese riciclate a negozi, supermercati o persino moschee. Cambiando così brutalmente l’essenza della Francia, e di riflesso anche di parte dell’Europa. Quello che ormai sembra si voglia fare passare per buono e giusto è una concezione della vita anti-cristiana, centrata sul “politicamente corretto” che annulla ogni differenza sessuale, anestetizza l’amore e la famiglia e rende il corpo una merce che le grandi multinazionali possono usare a proprio piacimento. Fin dentro il cuore, quasi a voler accalappiare anche l’anima.
“La preoccupazione per la salvezza si è trasformata in preoccupazione per la salvezza sociale“, ha spiegato l’intellettuale al quotidiano “Le Figaro”. “La religione monoteista è stata sostituita dal nulla, soppiantata da politeismi immanenti o molteplici spiritualità”, continuava. “L’Occidente ha perso i fondamenti del giudeo-cristianesimo, i presupposti culturali su cui si basava l’edificio”.
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I cristiani hanno però un’arma: la preghiera e la fede, che non è semplice ottimismo ma speranza fondata sulla roccia che è Cristo, che non abbandona mai il suo popolo alle fiamme degli inferi e alla disperazione del male. Quando sarà il momento, il bene vincerà, e Cristo trionferà sui cuori lontani e disorientati. Dobbiamo starne certi.