La recente ondata di profughi che ha “Invaso” l’Europa ha portato con se un ingente fenomeno di conversioni dall’Islamismo al Cristianesimo, e le chiese di tutta Europa e quelle del Libano sono sovrastate da richieste di battesimo. Si potrebbe pensare ad un miracolo, ma per analizzare questo fenomeno a fondo bisogna tenere conto che molti dei richiedenti sono spinti dalla convinzione che cambiare credo religioso li possa fare accettare meglio dalle popolazioni che li ospitano, ma anche perché è risaputo che l’apostasia è considerato un reato da pena capitale nei paesi arabi, rischio che potrebbe fungere da leva per convincere il paese ospitante a concedere il permesso di soggiorno, convinzioni che spesso si rivelano fallaci (molti dei convertiti vengono rimandati nei paesi di provenienza).
Tra le centinaia di persone che provano disperatamente di aggrapparsi al paese ospitante tramite la religione ci sono anche i casi in cui la conversione è reale. Ad esempio Abu Radwan è scappato in Libano con la famiglia, nel 2011, quando è cominciata la guerra civile in Siria e per due anni è rimasto musulmano, poi, racconta l’uomo, gli è apparso Gesù in sogno e da quel momento ha cominciato ad andare in Chiesa senza alcuna richiesta. Un giorno, un gruppo di musulmano lo ha atteso all’uscita della Chiesa e lo ha accoltellato, scampato alla morte chiede asilo perché la sua nuova fede lo renderebbe un condannato a morte: “Non posso tornare in Siria, la mia tribù mi ucciderebbe. Sono stati loro ad attaccarmi, dopo aver saputo che mi sono convertito. Io però sono felice e se morissi davanti alla chiesa, morirei in pace”.
Quello di Radwan è solo uno dei casi in cui la fede ha attecchito nei rifugiati musulmani, in Germania, ad esempio, il fenomeno è molto esteso nonostante ci sia una forte comunità musulmana. Qualcuno potrebbe ricondurre il fenomeno ai recenti movimenti di odio contro i musulmani avvenuti in Germania, ma per il Sacerdote Matthias Linke queste sono solo maldicenze: “Vengono dall’ Iran, dalla Siria, dall’ Iraq e per la prima volta possono scegliere la loro religione liberamente”, quando i cronisti locali gli chiedono perché proprio il Cristianesimo, questo risponde con candore: “Scelgono il cristianesimo perché è una religione di libertà”.
Alle parole del Pastore Linke si aggiungono quelle di un altro sacerdote evangelico, il Pastore Albert Babayan, il quale spiega: “Nessuno è obbligato ad entrare e se vedo che qualcuno non è convinto non lo battezzo. La verità è che sono delusi dall’ islam. Certo, non esiste un modo per verificare la fede in modo oggettivo. Io non chiedo salmi o preghiere a memoria ma voglio sapere come l’incontro con Gesù ha cambiato la loro vita. Quando scopro che persone terrorizzate dalla guerra hanno finalmente ritrovato la serenità per dormire o che qualcuno ha perdonato i suoi carnefici, allora so che sono cristiani”.
Episodi simili si verificano anche in Austria (paese noto per la rigidità di giudizio nel concedere le conversioni) ed in Inghilterra, ed anche qui i sacerdoti valutano le richieste come una dimostrazione ulteriore di come Dio possa toccare il cuore delle persone. Per chi è scettico e obbietta alla concessione di tale diritto ai rifugiati, servano da insegnamento le parole del Vescovo George Saliba: “Tutti qui hanno il diritto di convertirsi e noi apriamo le porte a ciascuno, cercando di verificare che la conversione sia sincera”.