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Eutanasia legalizzata per i bambini: una vergognosa siringa di finto pietismo

Eutanasia: il governo olandese ha legalizzato la “cessazione attiva della vita” per i bambini da 1 a 12 anni malati terminali.

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In sostanza, i bimbi saranno uccisi. Per il ministro olandese della salute Hugo de Jonge si tratterebbe di fare “il loro bene”, o meglio si tratterebbe di un provvedimento nel loro “migliore interesse”. L’Olanda infatti è uno tra i paesi più aggressivi dal punto di vista delle pratiche eutanasiche.

La cultura della morte che avanza in Europa

La cultura della morte sembra avere persuaso questo Paese fin nel profondo, portandolo a vedere l’uccisione di un bimbo innocente come una pratica che vada incontro al suo bene. Dal 2002 infatti in Olanda esiste una vera e propria eutanasia “on demand“, come se fosse una pizza o un film da vedere alla televisione.

Pensare all’uccisione come rimedio della sofferenza ha portato a fare sì che oggi in Olanda il 4 per cento dei decessi avvengano su basi volontarie. Non paghi, il governo ha deciso di estendere questa pratica disumana a neonati al primo anno, oltre che a minori adolescenti che hanno superato i 12 anni.

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La vergogna dell’eutanasia anche per un bimbo sotto i 12 anni

La questione però non può che fare scatenare polemiche, perché investe il senso ultimo della vita, e cela una sorta di esorcizzazione collettiva per tutto ciò che riguarda il senso della vita in cui è compresa, inevitabilmente, la paura della morte. Oggi l’uomo sembra volere avere l’ultima parola, sostituendo il Dio che ha generato ciascuno donandogli la vita.

I bambini nella fascia di età dagli 1 ai 12 anni, infatti, finora erano rientrati in una fascia grigia di età, in cui per fortuna non era possibile fare discorsi di tipo eutanasico. L’uccisione di un bambino compreso in questa fascia di età è tuttavia qualcosa che uccide nel profondo anche chi lo permette.

Eutanasia: la violenza egoista nascosta dietro il finto pietismo

Dietro infatti a una sorta di pietismo mascherata da diritto si trova infatti una violenza sopra ogni limite verso un bambino innanzitutto debole e inerme, e oltretutto anche incosciente di quanto sta accadendo. All’oscuro cioè delle decisioni che altre persone stanno prendendo in relazione alla sua vita, già resa in condizioni dolorose da una malattia che lo assilla e che lo rende doppiamente vittima.

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Il ministro olandese, per portare giustificazioni alla sua decisione afferma che ci sono stati casi di bambini in cui gli ultimi periodi della vita hanno avuto grandi sofferenze. Si tratterebbe, a detta dell’esponente del governo olandese, di cinque o dieci casi in un anno. Ma l’immagine di un bambino sofferente è una spietata arma di propaganda politica che non andrebbe tirata in ballo in questioni così delicate, e che riguarderebbero, in relazione alla pubblicazione della legge, i casi più disparati tra loro.

La scelta disumana di compiere eutanasia su un bambino

La scelta di cui però chi decide di iniettare la siringa letale nel corpicino di un bambino, e di chi lo permette, riguarda un bivio ineludibile, quello tra l’amore e l’abbandono. Quello che si ha di fronte, infatti, non è un dispositivo, uno strumento, una macchina. Ma un bimbo (o una bimba) in carne e ossa, che chiede affetto, attenzione, amore. Non si tratta di staccare o meno la spina, ma di guardare in faccia al senso ultimo e profondo di ogni esistenza. Soprattutto, di quella del prossimo.

La vita è infatti sacra perché donata da Dio, e la sua grandezza non può essere scavalcata da nessuna opinione o atto umano. La società contemporanea invece ci ha catapultato in un egoismo così radicale e profondo che la vita degli altri vale soltanto per quanto lascia libera da ogni peso la propria. Una condizione umana inaccettabile che mostra la degenerazione etica e sociale in cui siamo immersi.

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Il dovere di accompagnare i malati e non abbandonarli

Esistono infatti oggi terapie del dolore che permettono di affrontare mali come quelli descritti dal ministro. Oggi esistono cure palliative e analgesici di ultima generazione che permettono di fare vivere in maniera serena anche le persone che hanno le situazioni cliniche più complesse. E che vanno impiegati fin quanto possibile, perché si tratta innanzitutto di un dovere etico di ogni cittadino.

La vera scelta, radicale, che ognuno dovrebbe compiere, è quella di stare a fianco e accompagnare i più deboli e fragili fino in fondo. E non di voltare loro le spalle nel momento del bisogno, per pensare invece ad assurde illusione egocentriche e autoreferenziali a cui siamo stati abituati nella società del consumo e della libertà sfrenata, che diventa libertà disumana di fronte alla naturale sofferenza che fa parte della vita.

San Giuseppe (Photo: web source)

Nessun ministro infatti potrà mai essere padrone della vita di nessuno, e nessun gergo giuridico o burocratico potrà mai giustificare l’uccisione di un innocente. La vita che è dentro ognuno di noi, infatti, è più forte di ogni velleità terrena, perché il Signore ha donato la vita eterna a ciascuno dei suoi figli, e di questo non dovremmo mai dimenticarcene.

Giovanni Bernardi

 

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