Negli Stati Uniti il dibattito sugli extraterrestri si fa sempre più serio e concreto, ma come si pone il cristianesimo di fronte a ciò?
Tra non molto tempo infatti pare che il Pentagono renderà pubblico un rapporto sui fenomeni aerei non identificati, di cui nel Paese si discute molto e da molto tempo, commissionato lo scorso anno dalla amministrazione Trump. Nonostante le critiche dei giornali, al tempi, l’attuale commissione in carica ha confermato il rapporto, e l’attesa è quindi tanta.
Il dibattito sugli extraterrestri sembra essere serio in Usa
Da anni, a partire dalla cultura americana, fatta di film, letteratura, fumetti, pubblicità, ha propagandato l’idea dell’esistenza degli alieni, prendendo spunto da riferimenti della più varia natura. Diffondendo tra la popolazione una grande attesa in chi è convinto dell’esistenza degli alieni, come quanti da anni affermano di averne avvistati alcuni nei posti più assurdi e curiosi, o anche in chi è semplicemente curioso, seppure scettico, rispetto alla possibilità dell’esistenza della vita in altri pianeti, e del fatto che l’uomo possa mai venirne a conoscenza.
Tutta, c’è anche una buona parte di Paese che sembra più che altro convinto che questi oggetti non identificati possano essere avanzate tecnologie di altre potenze mondiali, rivali degli Stati Uniti. Dandone cioè una versione altrettanto fantasiosa. Da fuori, molti immaginano che possa trattarsi di una montatura, qualcosa di propagandistico. Tuttavia, il dibattito sull’esistenza di forme di vita extraterrestri è di certo tutt’altro che fantasioso, ma anzi per certi aspetti inevitabile. Tanto che persino il Vaticano, da tempo, vi si è cimentato.
Per il Pentagono la questione pare essere molto seria
Esistono oppure no? Per il Pentagono la questione pare essere molto seria, tanto che lo scorso anno è stata creata la divisione Unidentified Aerial Phenomenon (UAP), per “individuare, analizzare e catalogare i fenomeni aerei non identificati che potrebbero rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”. Insomma, la sigla UAP dovrebbe quindi essere destinata a sostituire quella ben più nota di UFO, in quanto comprenderebbe una categoria più ampia di fenomeni.
Non ci sono solo gli Stati Uniti, però, ad affrontare a loro modo la tematica. Ad esempio in Giappone esistono specifiche linee guida per i piloti militari in caso d’incontri con queste famigerate UAP. Come anche in altri Paesi, ad esempio in Argentina o in Israele, pare che ci siano state ammissioni ufficiali di contatti. In Cina invece pare che seconda metà dello scorso anno, in piena pandemia, l’Osservatorio astronomico nazionale cinese, il NAOC, ha aperto agli astronomi e fisici del resto del mondo il proprio gigantesco radiotelescopio costruito tra le montagne nel sud-ovest del paese dal 2011 al 2016.
Al di là della fantascienza, le domande e i dubbi sono molti
Questo è chiamato FAST, Five hundred meter Aperture Spherical Telescope, è l’azione cinese avrebbe l’intento di permettere di esplorare l’universo e studiare mondi alieni e segnali di vita extraterrestri, al fine cioè di conoscerne qualcosa in più. Vi è infine l’avvertimento degli astronomi che avrebbero captato uno strano e insolito segnale proveniente dalla stella Proxima Centauri che indicherebbe i “bisbigli” generati da intelligenze non identificate.
Nel mentre, videogiochi, film e libri di fantascienza continuano imperterriti a offrire narrazioni su quello che potrebbe accadere nel caso di un possibile incontro con gli alieni. Ma al di là della fantasia creativa, molti sanno come spesso in questo genere di racconti l’invenzione si mischia, spesso, alla realtà, per canali di conoscenze molto oscuri, a volte persino, purtroppo, tangenti al fenomeno esoterico, e quindi di estrazione tutt’altro che luminosa.
La narrazione transumanista di chi vuole colonizzare lo spazio
Nel mentre, c’è la narrazione transumanista dei vari Elon Musk e Jeff Bezos, quella cioè che punterebbe nel breve periodo ad andare su Marte con imprese di stampo privatistico, e con l’obiettivo dichiarato di esplorare altri Pianeti nel caso l’inquinamento ambientale costringa l’umanità ad abbandonare il nostro. La loro intenzione sarebbe quella, perciò, di arrivare addirittura a colonizzare altri Pianeti per costruirvi città abitabili dall’uomo.
Da anni l’argomento, molto delicato e su cui le riflessioni sono certamente scarse, è però vagliato anche dalla Santa sede e dall’attenzione meticolosa di teologi, filosofi, scienziati cristiani e infine religiosi. Uno dei primi a mettere l’attenzione su questo tema fu un teologo del calibro di Teilhard de Chardin, e da allora la teologia ha assunto la posizione in cui si afferma che è necessario intervenire al più presto, come direbbe il Papa nel suo gergo ibrido “primerear”, per sviluppare quella che è stata rinominata una teologia “degli estremi confini” (Rom 10,16-18).
L’esistenza di una teologia cattolica cosiddetta “degli estremi confini”
Anni fa ha suscitato interesse il libro di Armin Kreiner “Gesù, gli UFO e gli alieni”, nel mentre un punto di riferimento costante riguarda gli studi del teologo e astronomo Giuseppe Tanzella-Nitti, professore ordinario di Teologia fondamentale presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma, o infine dei padri gesuiti della Specola vaticana, tra i quali figurano i nomi di José Gabriel Funes e del direttore Guy Consolmagno.
Per superare le diffidenze reciproche tra fede e scienza su questo imprevedibile e delicato argomento, però, c’è bisogno di molto dialogo. Di superare cioè la diffidenza per guardare alla realtà esistente e a quella possibile. Per esempio, al fatto che nel caso in cui si confermasse la possibilità di relazionarsi con creature intelligenti diverse da noi, la teologia dovrebbe affrontare quesiti importanti non da poco. Ad esempio in ambito della cristologia, cioè dello studio teologico dell’incarnazione e salvezza in Cristo, oppure più genericamente dell’antropologia cristiana.
Cristo ha permeato la creazione facendosi uomo, scegliendo la terra
Cristo ha permeato la creazione facendosi uomo, quindi scegliendo l’umanità e la terra, e su questo mistero si basa la fede cristiana ma anche il geocentrismo e l’antropocentrismo, ovvero la concezione antropologica su cui l’umanità è prosperata in tutta la sua storia. Come relazionarsi con le forme di vita che potrebbero esistere al di fuori della terra? Nello stesso modo in cui l’uomo si pone con le forme di vita al di fuori dell’uomo, ovvero ad esempio con la natura, con la vegetazione terreste, con gli animali?
Insomma, l’ottica colonialista prospettava dai vari imprenditori del transumanesimo che puntano a fare degli altri satelliti e Pianeti delle sorte di case-vacanza intergalattiche per l’umanità? Cristo ha infatti insegnato all’uomo la kenosis, l’abbassamento, proprio per mostrarci la dignità di tutti gli uomini e anche delle altre creature diverse da noi. Il Cristocentrismo va quindi ben oltre i confini della terra nel momento in cui c’è un Incontro e una Comunione con Lui, quindi ci si chiede perché mai questo non dovrebbe essere possibile anche con eventuali creature intelligenti extra-terrestri.
Cristo ci mostra che essere umani non è un progetto di dominio
Cristo ci mostra che essere umani è una via di salvezza e quindi anche un servizio per il Regno di Dio, non un progetto di privilegio e di dominio su altri. Per questo anche nell’approccio allo spazio c’è bisogno di una testimonianza cristiana, un modo di vedere e di incontrare l’alterità che parla di amore e di accoglienza senza limiti, non di distruzione o di possessione. D’altronde, il tema dei rifiuti spaziali, sempre più numerosi a causa dei vari satelliti artificiali che vengono lanciati in orbita e poi abbandonati, tanto per fare un esempio, ci mostra che l’umanità non sta imparando molto dai suoi errori.
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L’umanità insomma, come spiegano bene Don Paolo Scarafoni e Filomena Rizzo, insegnanti di teologia in Italia e in Africa, ad Addis Abeba, “deve superare definitivamente la visione predatoria, come purtroppo è avvenuto nel passato. Di fronte a nuove terre, è stata giustificata la conquista e la colonizzazione, sovente appoggiandosi su una falsa cristologia, con l’errore di benedire le armi da guerra”, spiegano i due sulla Stampa.
Cristo, Re dell’Universo, insegna a tutte le creature ad amarsi
“Adesso si aggiunge l’intenzione esplicita di egoismo dei potenti e dei ricchi, che invece di proteggere la Terra, la sfruttano fino al punto di non ritorno e si assicurano la possibilità di impossessarsi di altri pianeti per la loro sopravvivenza. I poveri esclusi da questi giochi predatori, senza un intervento vigoroso, anche teologico, sulle coscienze e sulle intenzioni, sono destinati a rimanere scartati”. Per questo la riflessione, anche teologica, è ben aperta.
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“Come relazionarci alla meravigliosa scoperta di esopianeti abitabili, dove si può sviluppare la vita, e all’arricchente incontro con creature intelligenti da ospitare e non da combattere, ci è indicato nelle Scritture: «I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annunzia il firmamento» (Sal 19,1). Cristo, Re dell’Universo insegna a tutti gli uomini e a tutte le creature ad accogliersi e ad amarsi”
Giovanni Bernardi