DJ Fabo è Morto in Svizzera ed è terminata, con l’atto definitivo di porre fine alla sua vita, la terribile vicenda di Fabiano Antoniani (DJ Fabo) che, a seguito di un incidente d’auto, causato per prendere il telefonino, è diventato tetraplegico e cieco.
Fabiano ha vissuto soltanto 39 anni e un toccante video, realizzato col supporto della sua ragazza che mai l’ha abbandonato, mostra il prima e il dopo della malattia, mostra la gioia di vivere di prima e la immobilità, apparentemente senza vita, di oggi.
Tutto questo al fine di chiedere una morte indolore e procurata, ossia l’eutanasia.
La sua vita è terminata in un ospedale in Svizzera, dopo che in Italia si era rivolto anche al Presidente Mattarella, per sostenere le visite necessarie ed avere il permesso legale di finire i suoi giorni.
Alla dolorosa storia di Fabiano vorremmo rispondere con quella di una signora francese, Angèle Lieby, che, qualche anno fa, cadde in coma vegetativo, in seguito ad una rara l’encefalite troncoencefalica (di Bickerstaff).
I medici da subito la diedero per spacciata, mentre lei oggi è coautrice di un libro dal titolo “Una lacrima mi ha salvato”. Descrive quei giorni raccontando che era intrappolata nel suo corpo inerme, ma sentiva ciò che le accadeva attorno, quindi anche che gli specialisti si preparavano a staccare la spina degli strumenti che la tenevano in vita. Non poteva urlarlo al mondo, ma Angèle voleva vivere ancora. Fu il marito, in voce sua, a fermare l’iter dei medici verso l’eutanasia, nonostante tanti pareri contrari.
Accadde poi che Angèle ricevette la visita della figlia Cathy, le annunciava che sarebbe diventata madre per la terza volta e che sicuramente il nuovo arrivato sarebbe stato felice di trovare una nonna ad aspettarlo.
Gli occhi di Angèle si bagnarono di lacrime e a questo seguirono altri piccoli movimenti muscolari al mignolo. Era salva e l’eutanasia scongiurata!
Le due storie sono molto diverse -è vero, ma entrambe narrano della vita e della morte, ciò che fa la differenza è la speranza, a cui Angèle si è aggrappata con tutte le sue esigue forze. Quella spinta che nasce dalla consapevolezza che non si conosce cosa sarà della nostra vita, si sa solo di averne una.
Le vicende di Fabiano commuovono e lasciano l’amaro in bocca, perché si avverte e si vive la disperazione che lui stesso ha vissuto, per arrivare a rifiutare il dono della propria vita. La forte convinzione del voler abbandonare la lotta, del non accettarsi più, trascina in un vortice di impotenza e resa che lo ha portato a dire un rassegnato e dolorosissimo BASTA.
Gesù ci ha detto che “nulla è impossibile a Dio” ed è in questo momento che noi cristiani non possiamo fare altro che pregare e invocare la misericordia di Dio su questa Vita, che negli ultimi anni ha vissuto la Passione che solo Gesù può capire.
Non è per fare del buonismo, per liquidare moralisticamente gli scomodi discorsi in merito alla sua decisione, ma il nostro desiderio sarebbe stato quello di stargli accanto e urlargli forte: “Non andare via, fratello!” Vivi per chi non è sopravvissuto ad incidenti come il tuo, per i malati terminali che vorrebbero aggiungere anche una sola ora in più alla loro esistenza, per i tuoi cari a cui mancherai immensamente, per te stesso, per non preferire il buio alla luce.
Accetta con amore ciò che hai e permetti alla tua vita di essere ancora preziosa anche se solo con una parola di luce.”. La speranza si è spenta oggi con la tua decisione di dire NO alla VITA!
La tua resa caro Fabiano ci ha fatto vivere il tuo dolore e la tua rassegnazione, siamo sicuri che ora sarai davanti a Dio e li, nel bene o nel male, avrai capito cosa ci aspetta dopo il miracolo della nostra Unica e Preziosissima VITA.
R.I.P. fratello
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