Il 17 ottobre a Roma si svolgerà la manifestazione del Family Day per protestare contro il Ddl Zan, testo di legge che vuole introdurre il reato di opinione.
Il Governo infatti ha rifiutato ogni forma di dialogo e ha deciso di portare il Ddl Zan alla Camera dei Deputati il prossimo 22 ottobre. Una legge che il Comitato “Family Day – Difendiamo i Nostri Figli” definisce senza mezze parole “inutile e dannosa”. La legge “istituisce un nuovo reato di opinione, quello di omotransfobia appunto, senza definirlo nelle fattispecie sanzionabili, lasciando così enormi spazi a interpretazioni di parte e a derive liberticide”, affermano.
La decisione del Family Dai di scendere in piazza contro il Ddl Zan
Una presa d’atto che porta l’associazione a scendere in piazza, impegnandosi per la mobilitazione e chiamando tutti i cattolici ad unirsi alla protesta contro la volontà di imporre per legge un pensiero unico totalmente asservito all’ideologia lgbt. Il rischio è che ben presto, come già accaduto in altri Paesi, l’indottrinamento arrivi persino dentro le scuole o le chiese, oltre che nella quasi totalità dei programmi televisivi e dei festival culturali.
La mobilitazione del Family Day, che aderisce alla manifestazione Associazioni per la libertà di pensiero, si terrà a a Roma sabato 17 ottobre, in piazza del Popolo, alle ore 14,30. Saranno tuttavia molteplici realtà a scendere in piazza per protestare contro la legge, per una iniziativa tuttavia di natura apolitica e apartitica.
La piazza sarà aperta a tutte le realtà sociali e i singoli cittadini
Il filo comune della piazza, aperta a tutte le realtà sociali ed ai singoli cittadini, sarà la promozione della libertà educativa e di pensiero in materia di sessualità, filiazione, adozioni, procreazione assistita, genitorialità e identità sessuata e percezione dell’appartenenza al genere.
Sono stati infatti in molti a sollevare critiche anche pesanti contro il Ddl Zan Scalfarotto. Che tuttavia sono rimaste del tutto inascoltate dalla politica. Tra questi anche la Cei, la Conferenza episcopale italiana. Poi gruppi femministi, associazioni familiari. Insieme ad esponenti di spicco del mondo culturale italiano, provenienti sia da area cattolica che liberale.
Le parole del Family Day contro il Ddl Zan
“Con l’occasione torniamo a condannare ogni forma di discriminazione e violenza basata sull’orientamento sessuale e ribadiamo allo stesso tempo che non esiste alcun vuoto normativo essendo già a disposizione tutti gli strumenti giuridici volti a perseguire e condannare chi si è reso colpevole di questi atti, come dimostrano numerose e severissime sentenze già passate in giudicato”, scrive il Comitato.
I numeri degli organismi internazionali, peraltro, dimostrano già ampiamente che l’Italia non sia affatto un Paese “omofobo”. Ma che al contrario quello italiano sia uno tra i popoli più accoglienti verso le persone lgbt. Perciò volere imporre una vera e propria dittatura del pensiero con una legge diventa ancora più assurdo e irricevibile.
Il governo vorrebbe finanziare la propaganda lgbt
Il testo di legge, infatti, risulta essere “teso ad impedire l’agibilità culturale e politica di milioni di italiani che si riconoscono nella visione della famiglia naturale come descritta nella Costituzione”. Creando un “soggetto privilegiato iper-tutelato” e menzionando “una controversa identità di genere che può comprendere oltre 50 definizioni”.
Oltre a ciò, l’esecutivo stanzia anche 4 milioni di euro per finanziare attività di propaganda dei movimenti lgbt. E non si capisce per quale ragione, s. Specialmente in un momento come questo in cui gran parte delle famiglie italiane sono in una vera e propria emergenza dovuta alla crisi del Coronavirus.
Lo scandalo del Ddl Zan che vuole la galera per chi protesta
Ma lo scandalo più grande di tutti è dovuto al fatto che il Ddl Zan “infligge pene dai 18 mesi a 6 anni di galera a chi semplicemente si impegna per promuovere il diritto naturale di ogni bambino ad avere un padre e una madre o a chi definisce come un abominio contro il genere umano la barbara pratica dell’utero in affitto”.
“Oltretutto, come nei campi di rieducazione delle peggiori dittature, prevede che il condannato presti un’attività non retribuita presso le associazioni del mondo lgbt”, conclude il comunicato. “Contrasteremo questa legge con tutti i mezzi possibili e nel rispetto delle misure anti-Covid; manifesteremo tutto il nostro dissenso nella piazza di Roma”.
Giovanni Bernardi