Sta suscitando grandi reazioni la scelta di una farmacista che ha deciso di mettere al primo posto la difesa della vita.
La farmacista di Ponte Del Giglio, una manciata di chilometri a nord di Lucca, avrebbe negato la cosiddetta “pillola del giorno dopo” EllaOne a una donna che ne aveva fatto richiesta.
La farmacista ha spiegato che il farmaco non era nelle disponibilità immediate, ma allo stesso tempo ha deciso di compiere il suo dovere etico informando la donna che ne aveva fatto richiesta che “il farmaco è abortivo e non può essere preso con leggerezza”. In Italia infatti, purtroppo, dal dal 2015 è stato tolto l’obbligo di ricetta medica per le maggiorenni, e nell’ottobre 2020 si è aggiunto un analogo provvedimento per le minori.
Per cui sempre più spesso, purtroppo, accade che ragazze minorenni possono recarsi liberamente in farmacia scegliendo di acquistare un farmaco abortivo per utilizzarlo con grande libertà, e quindi a volte senza nemmeno avere piena consapevolezza di ciò che si sta compiendo.
Come prevedibile, la vicenda è stata ideologicamente strumentalizzata e ha generato un sit-in davanti alla farmacia, organizzato dall’associazione femminista “Non una di meno”. Questi avrebbero affermato che “l’obiezione di coscienza sulla contraccezione di emergenza non è consentita per legge”.
Purtroppo, come scrive Avvenire, non è esattamente così. La legge in questione garantisce il diritto del cittadino a ricevere l’assistenza sanitaria. Ma in casi come quest’ultimo, il Comitato nazionale per la Bioetica aveva riconosciuto in un parere del 2011 che ciò può avvenire solo nel “rispetto dei principi costituzionali si debbano considerare e garantire gli interessi di tutti i soggetti coinvolti”.
Vale a dire tanto quello della donna che ha richiesto il farmaco quanto quello della farmacista che deve potere agire secondo la sua coscienza. Come sancito dalla Costituzione italiana, “nel diritto generale alla libertà religiosa e alla libertà di coscienza”.
Per questa ragione alla farmacista è giunta la solidarietà del Popolo della Famiglia, che ha deciso di ringraziarla “per la sua professionalità, per il suo rispetto per la verità, e per aver avuto il coraggio di non distogliere lo sguardo dalla donna che aveva davanti”. Insieme anche a quello di Massimo Gandolfini, del Family Day, che ha parlato di atto “motivato da ragioni scientifiche, deontologiche ed etiche”.
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La donna, infatti, non ha fatto altro che agire secondo l’etica deontologica che le impone di informare le clienti e di opporsi a un errato uso del farmaco. Anche l’Ordine dei farmacisti di Lucca ha infatti sottolineato come purtroppo l’attuale stato di cose porti ragazzine a utilizzare questo farmaco in maniera gravemente approssimativa.
“Una ragazzina non può presentarsi ogni settimana a richiederla”, è quanto affermato dal presidente provinciale Salvatore Ingrosso. “La logica di comportamento di un farmacista non è “tu mi chiedi, io ti do”. Questo episodio può stimolare la riflessione”.
Giovanni Bernardi
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