Non c’è solo la cura per disinnescare il Covid, ma anche la prevenzione. Sarà possibile farla attraverso un farmaco speciale e tutto italiano.
Il farmaco ideato dalla “Toscana life science” sarà pronto, secondo quanto annunciato, già ad aprile. Si tratta di un prodotto che si basa sugli anticorpi monoclonali, che possono essere pensati come azione preventiva ed essere somministrati agli operatori sanitari e alle persone maggiormente esposte.
I vantaggi di questo farmaco che sconfiggerà il Covid
Il responsabile Gruppo qualità di Menarini Biotech Arianna Aloisio ha spiegato che per la somministrazione basterà una puntura intramuscolare, mentre per quanto riguarda la conservazione questa sarà possibile averla tra i 2 e gli 8 gradi. Una volta immessi gli anticorpi monoclonali, questi saranno in grado di disattivare il virus.
“Il nostro farmaco ha due enormi vantaggi: è efficace a concentrazioni molto basse; la dose terapeutica può essere contenuta e somministrata intramuscolo; si conserva a una temperatura compresa tra 2 e 8 gradi, cioè quella di un normale frigorifero di casa. Il che agevola il trasporto e la distribuzione”, spiega Alisio.
Il meccanismo è l’opposto di quello dei vaccini
Il meccanismo del loro funzionamento è però diverso da quello dei tradizionali vaccini. Questi ultimi, infatti, inducono il sistema immunitario della persona su cui vengono iniettati a produrre anticorpi. Nel primo caso, invece, si tratta di iniettare qualcosa che rappresenta già in sé l’anticorpo.
Il termine anticorpi monoclonali si è sentito spesso dall’inizio della pandemia, tuttavia a molti non è affatto chiaro di cosa si tratti. Sono gli stessi che ha utilizzato il presidente degli Stati Uniti dopo avere contratto il virus. In Italia, la maggiore fabbrica che li produce è la Menarini Biotech di Pomezia, cittadina a Sud di Roma.
Il lavoro prosegue senza sosta nell’azienda di Pomezia
Qui il lavoro continua senza sosta, all’interno di una struttura fortemente blindata dove per ogni passaggio a livello è importante essere muniti di adeguati strumenti di riconoscimento e di protezione. Anche il funzionamento delle stesse macchine è spesso top-secret, con specifiche che corrispondono a vere e proprie incognite.
In questo luogo si sta sviluppando il progetto nato alla “Fondazione Toscana life science”, diretto da Rino Rappuoli. In questo si è avuta la brillante idea di isolare, identificare e selezionare gli anticorpi più efficaci e più reattivi nei confronti del virus. Questi sono stati prelevati da persone guarite dal Covid.
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Ora si attende solo l’immissione sul mercato e negli ospedali
Così per la fase successiva, ovvero quella della riproduzione su scala industriale, la palla è passata in mano alla Menarini Biotech. Al progetto di Pomezia ci sono centinaia di persone impegnate nel realizzare la cura al virus. Che si occupano di coltivare gli anticorpi da cellule di mammifero, dopo che gli stessi sono stati già impiegati per il trattamento di patologie oncologiche o autoimmuni quali possono essere l’artrite reumatoide o i linfomi.
Il funzionamento è legato al fatto che sono in grado di legarsi alla proteina Spike, quella cioè che il Covid utilizza come trasporto per entrare all’interno delle cellule umane e dare vita alla loro riproduzione. Ma quando vengono immessi gli anticorpi monoclonali, questi disattivano il virus guarendo il paziente.
L’ipotesi è che questi potranno venire utilizzati entro la primavera. “Il farmaco è pronto per iniziare le fasi cliniche, che prevedono la sperimentazione su soggetti sani volontari per verificarne l’efficacia, e che verranno gestite direttamente da Toscana life science”, ha spiegato la responsabile al Corsera. “Ma entro la primavera confidiamo che sarà disponibile per il maggior numero di pazienti possibile”.
Giovanni Bernardi