Dopo il lungo e difficoltoso periodo di quarantena, l’abbazia di Montecassino apre di nuovo le porte ai fedeli. L’abate racconta la gioia dei fedeli per l’evento.
La millenaria abbazia di Montecassino, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo, riapre finalmente le porte, dopo aver superato un lungo, quanto difficoltoso, periodo di chiusura forzata.
A raccontare la gioia dei fedeli, che potranno ancora una volta recarsi nel luogo ove riposano le spoglie di San Benedetto e Santa Scolastica, è l’abate Padre Donato Ogliari, le cui parole sono state raccolte dal portale Vatican News: “Lo stato d’animo prevalente è la soddisfazione di poter tornare a condividere la bellezza del nostro carisma monastico benedettino”.
Padre Ogliari, nell’ambito della sua intervista, ha voluto dapprima mettere in risalto l’estrema gioia dimostrata da fedeli e pellegrini per la riapertura dell’abbazia. In particolar modo, chi ha dimostrato queste forti sensazioni, sono stati i fedeli che frequentano con una certa regolarità il luogo Sacro: “Per molti, tornare a poter partecipare alle funzioni religiose della comunità monastica è stato importante”.
L’Abate di Montecassino ha poi incentrato la sua riflessione sul periodo di quarantena, a cui tutti siamo stati chiamati nei mesi precedenti. Da un punto di vista “esteriore”, questa ha sicuramente cambiato qualcosa. L’Abate ha infatti parlato delle difficoltà gestionali legate ai lavoratori dipendenti dell’Abazia. Ma, al di là di questo aspetto, il periodo di lockdown ha sicuramente contribuito a intensificare i momenti di preghiera: “La pandemia ci ha concesso più tempo per l’orazione personale”.
Se è vero che i mesi di chiusura hanno ulteriormente intensificato la “clausura” dei monaci, allontanandoli per un certo periodo dal contatto con i fedeli, è altresì vero che questo periodo ha permesso ai monaci di concentrarsi su determinati aspetti. La preghiera è sicuramente uno di questi. Sostiene infatti l’Abate che oltre al quotidiano iter di preghiera, i monaci hanno potuto intensificare i momenti di preghiera, “per tanti fratelli e sorelle che hanno sofferto in prima persona”.
Anche per i monaci dell’Abbazia di Montecassino, gli strumenti tecnologici si sono dimostrati di grande aiuto. La lontananza dai fedeli e dai pellegrini è stata, in un certo senso, colmata dagli “strumenti del web”. Attraverso lo streaming e i podcast sui vari canali, i monaci sono sempre rimasti a disposizione di chiunque ne avesse avuto bisogno.
Fabio Amicosante
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