Domani comincia la fase due, 4,4 milioni di persone torneranno al lavoro. Per tutti gli altri, parte la possibilità di visitare i “congiunti”.
Si tratta cioè di coniugi, conviventi, partner delle unioni civili, parenti fino al sesto grado, affini fino al quarto grado come i cugini del coniuge, e persone “legate da uno stabile legame affettivo”. Quindi i fidanzati ma non gli amici, come spiegato dal governo.
Si potrà fare attività motoria ma solo vicino alla propria abitazione o nei parchi. Non si può uscire dalla propria regione, a meno che si debba tornare nella propria abitazione dopo essere stati bloccati altrove durante il lockdown. In questo caso è consentito oltrepassare il confine una sola volta. Non è consentito raggiungere le seconde case.
Quella che comincia domani è una prova per il governo e per l’intero paese, e in base all’andamento dei contagi si capirà se sarà possibile mantenere tutto aperto oppure bisognerà tornare indietro. Tra le possibilità, anche quello di aperture differenziate in base alle diverse regioni.
Conte su facebook ha affermato che “nelle zone a basso contagio le riaperture arriveranno prima del previsto”. E ha sostenuto che il governo sarà “intransigente per chi riparte sul rispetto di rigidi protocolli di sicurezza”.
Per quanto riguarda il lavoro, da lunedì si riparte per chi è impegnato nella manifattura, nelle costruzioni, nel commercio all’ingrosso legato ai settori da tessile a moda, automotive o fabbricazione di mobili.
I consulenti del lavoro stimano che domani saranno 4,4 milioni le persone che torneranno in ufficio o in azienda, mentre 2,7 milioni resteranno a casa. Il fatto paradossale è che la maggior parte di questi saranno over 50 e prevalentemente al Nord, nelle regioni più toccate dal virus.
Nelle Regioni del Nord sono infatti 2,8 milioni i lavoratori che torneranno al proprio posto di lavoro, contro gli 812 mila del Centro e gli 822 mila del Sud. Sugli orari, raccomandati turni differenziati e se possibile di lavorare da remoto. Quello che preoccupa di più sono i trasporti pubblici, specialmente nelle metro e nei bus, dove gli ingressi saranno contingentati, o nelle strade, dove il traffico rischia di congestionarsi.
Il ministero dello sviluppo economico per questa ragione ha invitato alla riapertura i negozi di bici e monopattini, e si aspettano degli incentivi economici per acquistarli. Dentro le regioni gli spostamenti saranno più facili. E presto pare che potrebbero allentarsi anche gli obblighi di autocertificare i propri spostamenti. Per andare al lavoro presto sarà sufficiente esibire il tesserino.
Anche l’università ritorna operativa, ricominciano gli esami e le lauree in presenza ma mantenendo il distanziamento. Si potranno attivare laboratori e tirocini. Ripartono i concessionari d’automobili.
Il decreto del governo tuttavia prevede l’obbligo di mascherine per tutti e in tutti i luoghi pubblici, compresi i mezzi di trasporto. Da questo, sono esclusi i bambini al di sotto di sei anni. Questi potranno tornare a giocare nei parchi e nelle ville, ma senza entrare nelle aree giochi.
Si possono infatti fare passeggiate con i bambini a un metro di distanza. Si può inoltre fare sport o correre anche lontano dalla propria abitazione, ma solo se soli e con la distanza di due metri tra le persone. Per andare a fare sport ci si può spostare in auto o in bus.
Ma resta saldo invece il divieto in generale di assembramento, sia nei luoghi pubblici che in quelli privati. Anche se non si capisce bene come si potrà verificare la seconda ipotesi. Gli allenamenti degli atleti ripartono ma in forma individuale.
Restano chiuse le scuole ma saranno riaperti i centri per i disabili. Si sta valutando l’apertura di asili nido e centri estivi già dalla fine di maggio o dall’inizio di giugno.
Restano chiusi anche negozi al dettaglio, parrucchieri, barbieri, ristoranti e bar, fino al 18 maggio. Dal 4 maggio però sarà permesse la consegna di cibo a domicilio o il take away.
Infine, la Santa Messa. Si pensa che dall’11 giugno potrebbe tornare la possibilità di celebrare all’aperto, ma da domani si potranno celebrare i funerali con un massimo di 15 persone e con l’obbligo di portare la mascherina. Si può andare a visitare i propri defunti al cimitero.
Giovanni Bernardi
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