Non tutti sanno che i tre piccoli veggenti di Fatima: Lucia, Francesco e Giacinta, furono vittime di una trappola messa in atto dalle autorità politiche dell’epoca fortemente anticlericali.
Il fatto avvenne il 13 agosto 1917 e il principale esecutore dell’azione a danno dei tre pastorelli, fu il sindaco della città di Vila Nova de Ourem-Fatima, che abusò della sua autorità civile con meschinità.
Il suo intento era boicottare ad ogni costo l’apparizione della Beata Vergine Maria e per riuscirci non esitò a eseguire un atto riprovevole contro i tre bambini: Lucia dos Santos, Francesco e Giacinta Marto.
Ripercorriamo quello che è accaduto quel lontano 13 agosto 1917 nella Cova da Iria (Fatima). Si stava avvicinando mezzogiorno, l’ora in cui la Madonna il 13 del mese precedente, aveva dato appuntamento a tre pastorelli.
Il complotto contro i tre pastorelli di Fatima
Ma adulti senza scrupoli, corrotti e avversi alla fede cattolica, capitananti dal sindaco di Fatima, erano pronti a tendere una trappola ai piccoli veggenti, con l’intento di boicottare una volta per tutte, il fenomeno di Fatima, la cui risonanza si stava espandendo e la cosa non piaceva affatto alle autorità politiche dell’epoca.
Per comprendere meglio tanta ostilità, non possiamo trascurare quella che era la condizione storico sociale, in cui versava il Portogallo nel 1917.
Non solo il dramma della Prima Guerra Mondiale che stringeva in una morsa di dolore, paura e morte l’Europa intera; in Portogallo inoltre era in corso una politica fortemente anticlericale, iniziata con la rivoluzione repubblicana del 1910, durante la quale si era attuata la maggiore offensiva contro la Chiesa, mai vista prima nel Paese.
Con una imperante laicizzazione della società che vide scuole cattoliche chiuse, preti detenuti, beni ecclesiastici nazionalizzati, aule di culto e seminari trasformati in uffici pubblici. E vescovi accusati di comportamenti contrari alle leggi e spediti in esilio.
Fu il golpe militare del dicembre 1917 a riportare la rappacificazione tra il governo e la Chiesa e un nuovo allacciamento delle relazioni diplomatiche con il Vaticano, che troveranno pienezza con la dittatura militare (1926-1933) e larga parte dell’Estado Novo (1933-1968 con Salazar e poi con Caetano 1968-1974).
Un periodo assai martoriato è dunque quello in cui si colloca l’evento di Fatima, fatto di guerra, e in Portogallo in particolare, di guerra di religione e persecuzione.
Cosa accade il 13 agosto
Artur De Oliveira Santos, sindaco della città di Vila Nova de Ourem-Fatima, iscritto alla loggia massonica di Leiria, e inoltre fondatore e presidente della loggia massonica di Ourem, abusò della sua carica civile per mettere in atto un piano diabolico.
Tutto ciò mentre erano tenuti isolati dai loro familiari, che sostarono con grande apprensione fuori dalle mura del carcere, nell’attesa che i loro figli venissero rilasciati.
L’apparizione della Madonna boicottata
Nel frattempo, alla Cova da Iria, la mattina del 13 agosto, si erano circa ventimila persone, che attendevano in preghiera l’arrivo dei tre piccoli veggenti.
Quando giunse la notizia del rapimento, la folla cominciò a reagire e ad agitarsi. Ma all’improvviso si sentì un forte tuono a cui seguì un lampo.
La gente vide apparire una piccola nuvola bianca che per qualche istante restò sospesa sul piccolo leccio, dove la Vergine era apparsa ai tre pastorelli nei mesi precedenti. Poi si alzò verso il cielo e scomparì. Tutti capiranno che era la Madonna! Aveva comunque rispettato l’appuntamento dato ai bambini e così rese certa la sua presenza ai presenti.
La Vergine boicottata il giorno 13, apparirà nuovamente a Lucia, Giacinta e Francesco, il successivo 19 agosto, questa volta a Valinhos, a circa 500 metri da Ajustrel, luogo nativo dei tre veggenti.