La fede non è solamente un atto interiore o emotivo. Si tratta, invece, di un profondo movimento che coinvolge tutta la persona, nella sua interezza. Questo atto apre la via a una relazione con gli altri, con Dio e con il mondo intero. Questo è il pensiero di una delle più grandi figure della cristianità recente.
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Il pensiero sulla fede è una riflessione molto profonda che tocca molti aspetti dell’essere umano, dalla razionalità, passando per la volontà e quindi per le emozioni. A formulare questa fondamentale riflessione, importantissima per il cammino di fede di ogni cristiano, è stato Joseph Ratzinger, quando ancora non era divenuto Pontefice. Nel gennaio del 1993, l’allora Cardinale espresse questo suo pensiero sulla fede nel contesto di un sinodo romano. Secondo Ratzinger, la fede non è un atto che appartiene esclusivamente alla mente o alla volontà dell’individuo. Questa non si esaurisce nemmeno nell’esperienza cosiddetta emotiva. La fede è l’integrazione di tutte queste dimensioni. Si tratta di un atto che coinvolge il cuore dell’essere umano, la centralità, il nucleo della persona stessa . Il mistero della fede supera, trascende ogni aspetto dell’uomo, va oltre l’umano per aprire il fedele alla relazione con gli altri e, al tempo stesso, al mistero di Dio.
La fede secondo Ratzinger
L’operato da teologo di Ratzinger è conosciutissimo e molto apprezzato nell’immaginario collettivo. Infatti, come teologo, egli ha spesso sottolineato come la fede sia un orientamento radicale della vita. Le sue parole nel sinodo romano del gennaio del 1993 sono molto chiare: “Che cosa crede la Chiesa? Questa domanda include le altre: chi crede? E come credere? La fede è un orientamento della nostra esistenza nel suo insieme. È una decisione di fondo, che ha effetti in tutti gli ambiti della nostra esistenza. La fede non è un processo solo intellettuale, né solo di volontà, né solo emozionale, è tutto questo insieme. È un atto di tutto l’io, di tutta la persona nella sua unità raccolta insieme” (fonte: pensiero di Joseph Ratzinger durante il durante il Sinodo Romano, datato 18 gennaio 1993). Nella sua visione, non si tratta semplicemente di credere a delle verità o di compiere atti di culto. Si tratta invece di vivere un’esistenza che si orienta verso Dio.
L’apertura verso gli altri
Al tempo stesso, come ci insegna il teologo, viene introdotta un’ulteriore dimensione, anch’essa fondamentale quando si parla di questo argomento, ovvero l’apertura verso gli altri. Questa dimensione della fede non si ferma al singolo individuo, ma lo porta a superarsi proprio per entrare in relazione con l’altro, con la Chiesa e con tutta la comunità. Questa, pur essendo un atto personale, porta con sé la dimensione comunitaria, quella dell’apertura e della condivisione. Anche Sant’Agostino aveva una visione simile di questa dimensione. Il Santo affermava infatti che l’essere umano non è mai realmente sé stesso senza gli altri. Questo, come sostiene Ratzinger, vale anche per la fede. Sempre attraverso il suo pensiero, capiamo al meglio come la fede rappresenti poi la decisione di orientare la propria esistenza verso Dio, ma è al tempo stesso un atto che ci fa entrare in comunione con gli altri e con la Chiesa. Siamo condotti, proprio attraverso la fede, a intraprendere un cammino che ci induce all’incontro personale con Dio e che ci invita a vivere l’amore , la solidarietà e la fraternità con gli altri.
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