La straordinaria testimonianza di Federico Rizzi, ex calciatore professionista, che ha abbandonato lo sport per seguire il Signore, ci mostra cosa è più importante.
Federico Rizzi aveva infatti 33 anni quando ha appeso gli scarpini al chiodo, nel 2014. Dopo anni di carriera come calciatore, indossando il numero 23 della Salernitana. “Mi chiudevo in bagno e piangevo. Lasciare il calcio per me è stato il rinnegare se stessi, di cui parla il Vangelo”, ha raccontato al settimanale Famiglia Cristiana.
Federico Rizzi, la formidabile testimonianza: dalla serie B alla fede
“Quando il cuore ti porta lontano da ciò che dice la testa, allora è tempo di scegliere in maniera matura”, sono le sue parole. “Non decidono gli altri per te, scegli proprio tu, anche se non tutti riescono a capire perché smetti di giocare quando sei ancora in forma e diverse squadre ti cercano”.
Rizzi è cresciuto in provincia di Cremona. In campo, come terzino, si è misurato con tutti i maggiori attaccanti del campionato. Cominciò a giocare a calcio in oratorio. “Ricordo ancora i tornei estivi serali in parrocchia, mi piaceva fare gol, capivo che avevo qualche capacità in più degli altri ma la cosa più bella era proprio divertirsi con gli amici. Mio papà era il nostro allenatore, ma non ha mai insistito affinché prendessi la strada del professionismo”, racconta Federico, che oggi ha 39 anni.
La tragedia di dimenticarsi del Signore tra tutti gli impegni del mondo
Federico riconosce che “intraprendere una vita spirituale seria è stato difficile. Soprattutto quando giochi in un club professionistico”. Ma anche essere un calciatore richiede tanti impegni, e a volte “non è facile nemmeno partecipare alla Messa“.
Purtroppo, però, come accade a tanti, in questo vortice di impegni accade che ci si dimentichi dell’esistenza di Dio. Ed è questa la vera tragedia. “Quasi ti dimentichi dell’esistenza di Dio, tanto sei preso da tutto il resto. Ed è più brutto che essere atei, perché in fondo sai che c’è qualcosa in cui credere ma non riesci a starci dietro”, dice oggi Federico.
La direzione nuova che ha preso la vita di Federico Rizzi
La sua vita infatti, tutt’a un tratto, prese una direzione nuova. Imprevista. La futura moglie Claudia nel 2011 si laurea in Giurisprudenza. Un giorno gli chiese di accompagnarla a Medjugorje. Non era una certa un’esperienza che, da solo, avrebbe intrapreso.
Federico racconta che nel pullman, mentre tutti recitano il suo rosario, lui ascolta la musica con le cuffiette. Arrivati a Medjugorje, mentre tutti vanno in chiesa a pregare, lui sta fuori a bersi una birra. “Dopo tutto questo viaggio non preghi neanche un po’?”, domandò Claudia. Iniziò tutto da lì.
La confessione a Medjugorje: lì ho capito cosa conta veramente
Il giorno seguente ci fu la confessione. Per Federico erano passati almeno 15 anni, ma accettò questa seconda richiesta. Durante la Messa, però, vide una ragazza ventiquattrenne posseduta. Lì cominciò a balbettare, spontaneamente, un’Ave Maria. Quella ragazza cadde al suo fianco, e dopo una mezz’ora lo rincontrò dicendogli: “Hai chiesto una prova al Signore…”.
“In quel momento capii che il male esiste ma con la preghiera si può vincere“, racconta. Quell’esperienza lo riempì di domande, di interrogativi, e da lì iniziò il suo percorso di fede. “Giocai ancora altri tre anni ma ormai per me il calcio era come morto, la piramide dei valori si era ribaltata: non mi interessava più avere la macchina bella, uscire a cena o leggere i commenti sulla Gazzetta dello Sport… Iniziai a chiedere ai dirigenti che per le trasferte cercassero hotel vicini alle chiese in cui poter andare a Messa”.
La chiamata del Signore e l’inizio di una nuova avventura
Nel 2014 Federico decise di lasciare il calcio professionistico e di aprire con mia moglie un’agenzia online di viaggi spirituali. Il Signore lo chiamò in questa avventura, ed entrambi capirono che si trattasse della strada giusta. Nonostante i tanti dubbi delle persone che gli erano intorno, dal procuratore alla famiglia di origine. Col tempo Federico capì che più che un lavoro si trattava di una Missione.
“Il Signore mi ha spalancato le sue porte“, racconta oggi. Claudia e Federico oggi hanno tre bambine. La prima è arrivata dopo 4 anni di ricerca. Le altre due, Evelina ed Elisabetta, sono nate siamesi. “Il Signore però ci è stato vicino e noi gli siamo stati fedeli”, spiega. Anche tanti parenti, sacerdoti e amici accompagnarono la coppia durante le difficoltà.
L’ex campione del calcio oggi è un campione della fede
“La vocazione, mi ha detto un sacerdote, la scopri seguendo il Vangelo. Anzi, è la vita secondo il Vangelo”, racconta oggi Federico Rizzi, ex campione sul campo che oggi ha trovato una grande fede, e di certo non quella calcistica. Ma quella nel Signore.
“Non c’è guida spirituale che te lo possa dire, ciascuno deve capire da sé qual è la propria strada. Per me è la famiglia: noi non siamo nessuno per spiegare perché le nostre bambine siano sane e a casa, però sappiamo di voler ringraziare Dio ogni giorno, con la testimonianza, la preghiera e l’azione“.
Giovanni Bernardi