Per far sì che la preghiera sia autentica e vera, non è necessario, come spesso si tende a pensare, a presentare un atto di richiesta. È invece necessario concepire questo atto spirituale con fervore, perseveranza e profonda devozione, come ci invita a fare una grande Santa della modernità.
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La preghiera è un atto molto intenso e che richiede una preparazione spirituale idonea. Spesso, purtroppo, questa pratica è associata, nell’immaginario collettivo, a una semplice richiesta. Ad invitarci a pregare in maniera autentica e con grande fede è una delle Sante più amate e seguite dei tempi moderni, Madre Teresa di Calcutta. La Santa, nel corso della sua vita, ha esortato tante volte i fedeli a non limitarsi a pregare in modo superficiale. Piuttosto, come spesso ha ricordato nei suoi scritti e nei suoi discorsi, è bene farlo con un cuore ricco di fervore, di passione, di amore e di perseveranza. Questo, da come apprendiamo, è un invito a riscoprire la profondità della pratica della preghiera come atto che non si limita semplicemente alle parole, ma che coinvolge la persona tutta, il nostro essere più intimo, con l’obiettivo ultimo di avvicinarsi alla volontà di Dio.
La perseveranza: virtù centrale nella preghiera
Nella teologia morale cattolica, la perseveranza è quella virtù he porta l’uomo a lottare nel conseguimento del bene, senza soccombere agli ostacoli. Facendo riferimento a questa importantissima virtù, Santa Teresa di Calcutta ci esorta a intraprendere un percorso di preghiera più autentico e profondo. Le sue parole, in tal senso, risultano fondamentali per ogni fedele: “Non basta pregare generosamente, dobbiamo pregare con fervore e devozione. Dobbiamo pregare con perseveranza e con grande amore” (fonte: pensieri di Santa Teresa di Calcutta). Non è necessario, ci ricorda la Santa, pregare una volta sola nei momenti di difficoltà. La preghiera, piuttosto, va coltivata ogni giorno, anche quando le risposte che si cercano sembrano non arrivare o, quantomeno, non arrivano subito.
Il pensiero di Madre Teresa
Santa Teresa di Calcutta ha un’idea molto chiara di ciò che rappresenta l’atto della preghiera e ce lo insegna. La Santa sottolineava come risulta fondamentale, per l’appunto, la perseveranza nella preghiera. Questa virtù, infatti, è la chiave per mantenere vivo il rapporto con Dio. La preghiera non è un atto che si fa quando si hanno delle richieste specifiche, ma si caratterizza come una vera e propria “disciplina” spirituale che deve accompagnare la vita quotidiana di ogni fedele. Pregare mettendo in atto questa virtù significa anche affrontare le tentazioni e le difficoltà che ci vengono poste davanti. Infatti, ricorda Santa Teresa, la preghiera non è sempre facile, soprattutto quando il cuore è e l’animo sono turbati, oppure quando la pace è lontana. L’invito che ci offre Santa Teresa di Calcutta è molto chiaro. Non dobbiamo considerare la preghiera come un appuntamento “isolato” nel tempo. La preghiera deve rappresentare un cammino che deve essere intrapreso giorno dopo giorno, con il cuore che arde d’amore per Cristo e con la consapevolezza che il nostro rapporto con Dio deve essere costante, profondo e perseverante.
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