Un tempo il Festival della Canzone italiana era un evento in grado di unire tutto il Paese, all’insegna della buona musica e dei buoni sentimenti.
Negli ultimi anni, al contrario, Sanremo è diventato il “festival delle polemiche” per definizione. Non solo la qualità delle proposte artistiche è sempre più bassa ma anche i messaggi divengono sempre più controversi.
Non è la prima volta che il Festival cade nel blasfemo o, addirittura, nel demoniaco. Nel 2019, fece molto discutere lo sketch di Virginia Raffaele, che ironizzava sui vecchi vinili che, suonati al contrario, producevano messaggi satanici. Quest’anno si è andati ben oltre, con le inquietanti performance di Achille Lauro, l’ultima delle quali in duetto con un irriconoscibile Fiorello.
AIE: “Lesa la sensibilità di milioni di italiani”
Stavolta, però, l’argine del buon gusto e del rispetto della sensibilità religiosa, si è vistosamente spezzato e la Chiesa non è rimasta in silenzio. Al severo biasimo dell’arcivescovo di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta, è seguito il comunicato dell’Associazione Internazionale Esorcisti (AIE).
“Mentre l’umanità sta attraversando un periodo caratterizzato dal dolore e dalla sofferenza a causa della pandemia – si legge nella nota – sul palco dell’Ariston si è raggiunto un livello di dissacrazione, di blasfemia e di vilipendio della fede cattolica davvero inaccettabile. Esibizioni che hanno leso la sensibilità e il credo di milioni di italiani e dei fedeli di tutto il mondo”.
Gli esorcisti descrivono l’ultimo Sanremo come “una vera e propria escalation, dalla trasgressione estrema all’estremismo del ‘godimento’, il tutto veicolato da immagini, simboli e testi dove al sacro, e addirittura ad un ‘finto sentimento religioso’, si mischia il demoniaco”. L’AIE deplora in modo particolare l’offesa ai contenuti “più sacri della fede Cattolica; dalla corona di spine di Cristo, al suo Sacro Cuore, alla stessa Vergine Maria, poi diffuse e pubblicate sulle copertine delle più svariate riviste divulgative di mezzo mondo”.
Contenuti blasfemi diffusi grazie alle tasse dei cittadini
Secondo l’AIE, l’obiettivo è palese ed è quello di “offendere, ferire e oltraggiare volutamente il sentimento religioso di chi vive la sua fede senza ricorrere a strategie di odio e di offesa nel difenderla”. Tutto ciò, prosegue la nota, è una “modalità meschina, cinica, e crudele di strumentalizzare la fede cristiana con i suoi contenuti universali per fare spettacolo, ottenere successo, e sbancare in denaro”, peraltro “attraverso un canale televisivo pubblico, mantenuto con le tasse dei cittadini e tra questi non pochi credenti”.
Le recenti performance sul palco dell’Ariston non rappresentano alcuna “libertà di opinione”, in quanto feriscono la “coscienza altrui”, con “meditata consapevolezza ed efferata determinazione”, conclude il comunicato dell’AIE.
Un altro noto esorcista, don Paolo Morocutti, ha dichiarato: “Chi va a questi spettacoli ed è battezzato non può far passare questa cosa citando un Gesù che vuole semplicemente bene a tutti”.
Alludendo all’esibizione di Achille Lauro, don Morocutti si domanda: “Questo signore non veste mai i panni di personaggi di altre religioni. Come si fa a pensare che non avvenga per caso e non sia un progetto di denigrazione dell’immaginario cristiano?”.
Don Mattatelli: censurato per aver difeso la fede cristiana
Il lato più sconcertante di tutta questa vicenda, tuttavia, è la censura che si sta abbattendo, contro chi dissente verso le blasfemie del Festival. Tra questi c’è – manco a farlo apposta – un esorcista. Don Antonio Mattatelli, sacerdote della diocesi di Tricarico, aveva criticato, come molti, l’esibizione di Achille Lauro e Fiorello. Questi ultimi, ha detto don Mattatelli, hanno portato in scena “una derisione del Signore che ha dato la sua vita e il suo sangue per ciascuno di noi”.
Per aver scritto su Facebook che artisti come Achille Lauro sono “cattivi maestri” e “danno cattivi esempi ai nostri giovani”, il sacerdote si è visto sospendere il profilo per dodici ore. “Che autorità hanno per chiudere la bocca chi non la pensa come loro? – ha dichiarato successivamente don Mattatelli –. Siamo ormai prossimi al regime”, né più né meno come in “Cina”, in “Arabia Saudita” o in “Iran”.
Solidarietà all’esorcista della diocesi di Tricarico è giunta dal vescovo emerito di Ascoli Piceno, monsignor Giovanni d’Ercole. “La libertà è un diritto che va rispettato sempre, non solo quando fa piacere ad alcuni”, ha dichiarato il presule in un videomessaggio.
La censura di cui è stato vittima don Mattatelli, comunque, “non ci deve scoraggiare nel ricercare la verità, nel difenderla, nel combattere tutto ciò che invece tende ad offuscarla, senza mai dimenticare di amare coloro che, forse in una maniera non del tutto consapevole, la combattono pensando che sia giusto fare così”.
L’immagine di “un uomo sul palco con una corona di spine” [Fiorello, ndr], ha suscitato in monsignor D’Ercole un “grande disagio interiore”. “Ho pregato tanto – ha detto – e ho sentito che in questo periodo che diventa sempre più difficile, abbiamo tanto bisogno di non perdere la fiducia in Dio”.
“Non giudico e non condanno ma prego in silenzio”, ha aggiunto D’Ercole, concludendo che episodi come quello dell’ultimo Sanremo “non rientrano nel mio sentire e offendono molti sentimenti che avverto profondi nella mia vita”.
Luca Marcolivio