Il racconto di Angela, la figlia della mistica Natuzza Evolo, mette in evidenza lo straordinario senso di solidarietà di sua madre.
Il bellissimo racconto-testimonianza di Angela ci fa conoscere ulteriori importanti aspetti della personalità di Natuzza Evolo, la mistica calabrese, di cui è in corso il processo di Beatificazione.
Come riporta Aleteia, Angela ha raccontato sua madre nel corso di un’intervista rilasciata al programma “Bel tempo si spera” su Tv2000. Un primo aspetto, che Angela ha voluto evidenziare, è come la mistica ha fatto vivere nella semplicità e nell’ordinarietà “tutto ciò che era straordinario.
Il forte carisma e lo spirito di accoglienza che ha sempre caratterizzato la mistica, è uno degli aspetti su cui si incentra il racconto di Angela. Infatti, la casa di Natuzza era un vero e proprio “via vai”, con centinaia di persone che ogni giorno si recavano da lei, anche solo per una parola di conforto. Angela ha raccontato che la mamma diceva sempre alla sua famiglia: “Considerate queste persone come dei fratelli, siate sempre accoglienti“.
Angela ha poi voluto ricordare tutte le volte che, con la famiglia seduta a tavola, Natuzza si alzava per andare ad aprire la porta e ricevere chiunque chiedesse aiuto. “Penso che la sua forza derivava dal Signore”, ha detto Angela durante la sua intervista. La mistica riceveva infatti dalle 300 alle 400 persone ogni giorno e lo ha fatto finché la salute glie lo ha permesso. Nel 2009, anno in cui Natuzza ci ha lasciato, le sue condizioni di salute sono peggiorate ma, nonostante tutto, le bastava uno sguardo per colmare i vuoti delle persone.
Prima di lasciare la sua famiglia per tornare alla Casa del Padre, Natuzza ha voluto tramandare la sua eredità spirituale ai figli. Gli insegnamenti lasciati dalla mistica calabrese sono in realtà tantissimi e le persone che quotidianamente bussavano alla sua porta lo sapevano. Ma fino all’ultimo respiro, Natuzza ha ripetuto ai suoi figli il segreto della sua straordinaria vita: “Mettete al primo posto, nella vostra vita, Gesù e la Madonna“. Queste parole, come riporta Aleteia, sono incise anche sulla sua tomba, perché tutti i suoi “figli spirituali” le potessero leggere e far proprie.
Fabio Amicosante
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