Sì, e si sono pure conclusi ieri mattina con i ringraziamenti di papa Francesco a don Bernardo.
Quelli scorsi sono stati giorni intensi per papa Francesco e tutti i cardinali che lavorano in Vaticano, in cui hanno avuto modo di pregare e meditare sugli errori commessi in questi anni ed i peccati che si è soliti commettere. L’esperienza ad Ariccia è stata positiva ed ha dimostrato che la scelta di don Bernardo, abate benedettino di San Miniato al Monte, come curatore degli esercizi spirituali è stata azzeccata. Proprio per questo il Santo Padre lo ha voluto ringraziare davanti a tutti i cardinali presenti, elogiando il suo lavoro. Grazie alle meditazioni curate da don Bernardo, infatti, il papa ha avuto modo di riflettere sul concetto di speranza e su quelli di memoria come strumento per costruire il futuro.
Nel prendere parola Bergoglio enuncia i motivi per cui è riconoscente al curatore degli esercizi spirituali e dice innanzi tutto: “Voglio ringraziarti, fratello Bernardo, per il tuo aiuto in questi giorni. Mi ha colpito il tuo lavoro per farci entrare, come ha fatto il Verbo, nell’umano; e capire che Dio si fa sempre presente nell’umano. Lo ha fatto la prima volta nell’incarnazione del Verbo, totale, ma Lui è presente anche nelle tracce che lascia nell’umano”.
Ma il Verbo e la presenza di Dio in ogni aspetto della vita umana non potrebbe essere riconosciuto ed apprezzato senza la memoria ed è per questo che il secondo ringraziamento del papa è riferito proprio all’aver citato questo argomento: “Ti ringrazio di averci parlato di memoria: questa dimensione ‘deuteronomica’ che dimentichiamo; di averci parlato di speranza, di lavoro, di pazienza, come indicandoci la strada per avere quella ‘memoria del futuro’ che ci porta sempre avanti. Grazie!”.
La parte finale del ringraziamento è legata ad un momento di ilarità che don Bernardo ha suscitato nel Santo Padre quando ha dichiarato che molti avrebbero potuto pensare che la curia si era sbagliata ed aveva assunto una guida turistica nel leggere i titoli delle meditazioni. Il papa ha ammesso di essere stato confuso all’inizio della prima meditazione, ma di aver poi compreso il messaggio. Nelle successive meditazioni ha poi riscontrato in don Bernardo lo stesso coraggio avuto dai padri conciliari quando hanno firmato il ‘Gaudium et Spes’, uno dei documenti più contestati del Concilio Vaticano II ancora oggi.
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Luca Scapatello
Fonte: Vatican News
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