Fine dello stato d’emergenza ma c’è una grave situazione che non si può ignorare

In Italia è terminato lo stato d’emergenza iniziato con lo scoppio della pandemia, ma ce n’è un’altra assai gravosa, che purtroppo sembra essere dimenticata dalle istituzioni. 

Persone che, a prescindere da come la si pensi, oggi convivono con terribili dolore e sofferenze che alcuni vorrebbero invece solamente silenziare.

uomo specchio
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Si tratta delle persone danneggiate dal vaccino, che ancora oggi stanno vivendo il loro drammatico calvario nel silenzio più totale. Tanto dei media quanto delle istituzioni pubbliche. Tra questi ci sono uomini e donne che vivono sintomi dolorosi da oltre un anno. Dalle loro vicende, legate alle reazioni avverse causate dal vaccino, è nato il Comitato Ascoltami.

Sono 1300 i danneggiati da vaccino

A prescindere infatti dalla propria valutazione e opinione riguardante l’operato del governo sui vaccini, che secondo alcuni hanno portato l’Italia fuori dalla crisi pandemica e secondo altri hanno invece avuto meno efficacia di quanto narrato dal governo e dai media, questi uomini e donne stanno vivendo sulla propria pelle effetti negativi della vaccinazione, e nessuno pare volersi prendere cura di loro. 

Si parla di 1300 vicende gravi di cui nessuno si vuole prendere carico. Una solitudine che, lancia l’allarme la fondatrice Federica Angelini, “si fa tragedia con i suicidi di chi non riesce a portare il peso”. Ad oggi è stata anche lanciata una raccolta fondi per la ricerca che dimostri il danneggiamento del sistema immunitario dopo l’inoculo.

La Nuova bussola quotidiana ha raccontato alcune delle loro storie, tra cui quella della diciottenne Laura, che subito dopo avere fatto la prima dose ha cominciato ad accusare malessere, astenia, dolori muscolari, fitte al petto e affanno. E che oggi convive con una diagnosi di pericardite acuta con versamento, che non solo le impedisce di fare sport ma non riesce nemmeno a fare le scale, e vive assumendo ogni giorno cortisone. La prima volta che si recò al pronto soccorso le diagnosticarono “ansia”.

Uomini e donne che oggi convivono con numerosi dolori

Come lei, ci sono moltissime storie, radunatesi attraverso Canale Telegram del Comitato Ascoltami. Alcuni, come Alberto, 34 anni, subito dopo la terza dose ha inviato ad avere pericardite e miocardite con versamento cardiaco. Al momento del ricovero, il suo cuore aveva una funzionalità del 10 per cento, che l’ha portato in terapia intensiva e in coma farmacologico. La diagnosi dopo la biopsia al cuore parla di miocardite acuta post vaccino.

“Ringrazio Dio di essere ancora vivo e aver riabbracciato le mie bambine”, ha affermato il 34enne alla Bussola. Ci sono 1300 persone con storie simili, in cui si parla di danni al sistema immunitario, ipertensione, abbassamento della vista, dolori muscolari, acufene, spilli improvvisi in testa, tremolii sul labbro e agli occhi, fitte, intorpidimenti, problemi neurologici e sensoriali, parestesie tra le più varie.

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Molte di queste non sono state nemmeno diagnosticate, e ad oggi si fa fatica a riconoscerle per il fatto che una tale ammissione significherebbe portare allo scoperto alcuni lati bui della campagna vaccinale che danneggerebbero l’immagine del governo, e che non si vogliono ammettere. Mentre al contrario si tratterebbe soltanto di riconoscere con umanità un problema e prendersene le relative responsabilità, e non per ragioni di natura politica, ma semplicemente per prendersi in carico le problematiche di coloro che si sono fidati e che ancora oggi vivono nel buio più pesto, e che per questo hanno bisogno di assistenza.

Siamo tantissimi, 1300, ma sappiamo che siamo solo la punta dell’iceberg. Anche solo ascoltare questi drammi vediamo che fa bene ad uscire dall’isolamento”, ha dichiarato la fondatrice al sito cattolico, che ha lanciato una petizione che si può firmare qui.

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Qualcuno si è tolto la vita, una nostra associata. Ce l’ha detto la madre, è stato terribile, la solitudine e l’angoscia di non essere ascoltate l’hanno uccisa. Ma l’allarme che vorrei lanciare è che non si tratta di casi isolati. Ci arrivano notizie e segnalazioni anche di ragazzi che si uccidono nel chiuso della loro camera. Dopo il lockdown e la falsa promessa di libertà con il ricatto del vaccino, hanno dovuto fare i conti con reazioni avverse invalidanti. Non hanno retto la vergogna e l’hanno fatta finita nella loro camera che era diventata una prigione”

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