Da quando sto a Medjugorje mi sono accorta che nella mia vita da troppo tempo mi mancavano le campane. Negli anni ho vissuto in paesini o cittadine dove i campanili suonano ancora le campane… Ricordo quando vivevo a Salò. Tre chiese, tre campanili che si facevano la guerra a chi suonava per primo. Alla fine lo scarto era di due minuti sul l’ora esatta! Pensavo a Don Camillo di Guareschi, che suonava le campane per ogni cosa. Qui a Medjugorje però le campane suonano come un tempo e non con dischi di canti più o meno improbabili… Qui le campane suonano a morto, se muore un parrocchiano, suonano a gioia se c’è una gioia da condividere, e ancora, suonano con insistenza e ininterrottamente per allontanare un temporale.
Le campane, le abbiamo scordate e nel mondo nostro le consideriamo ormai un fastidio. Tanti campanili hanno dovuto smettere di avvisare i parrocchiani, perché i giudici hanno deciso che non dovevano infastidire chi non sopportava il loro suono. Buffo no, in un’epoca in cui ci si sballa e si ascolta in discoteca musiche martellanti e ipnotiche e in cui il rumore cittadino sorpassa ogni decibel consentito, soprattutto nelle grandi città?!
Un tempo le campane della chiesa del paese o del quartiere scandivano la vita delle persone. Suonavano l’ora e i quarti di ora. Suonavano l’Angelus e molti si fermavano per recitarlo là dove si trovavano. In tempi di guerra, le campane avvisavano del pericolo del nemico e chiamavano a raccolta i fedeli per la preghiera. Erano la voce alta del parroco che si propagava dappertutto ed entrava in ogni casa. Ora le abbiamo abolite… come i crocifissi e ormai ogni nostro simbolo cristiano… ma le campane erano – e qui a Medjugorje sono ancora – il segno che lì in parrocchia c’è un padre attento, che si preoccupa e si occupa dei suoi fedeli, che custodisce la casa di Dio come rifugio certo e sicuro per tutti.
Qualcuno ha ancora però mantenuto, contro i tempi e l’indisposizione di molti, le campane sul suo campanile e le suona ancora come un padre che custodisce la vita dei figli. Se passate da qualche parte dove scorgete il suono delle campane come un tempo, andate a conoscere il parroco. Di sicuro incontrerete un buon padre, che vi accoglierà con calore e con semplicità. Evviva le campane delle chiese! Qualcuno direbbe anche: evviva i don Camillo!
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