Non molti conoscono la vita e le opere di Romolo Quaglino, poeta, scrittore e avvocato milanese vissuto a cavallo tra il XIX ed il XX secolo. Nato in una famiglia agiata, Romolo si laureò a Pavia prima di diventare uno dei primi esponenti del simbolismo in Italia. Insieme al suo fraterno amico Gian Piero Lucini questo entrò a far parte di un gruppo di poeti lombardi che si assunse il compito di portare nel nostro Paese la corrente letteraria più in voga del tempo: il simbolismo appunto.
Ma se di questo poeta in molti hanno perso le tracce e le opere c’è un particolare della sua vita che ancora meno persone conoscono: Romolo aveva una sorella più piccola di due anni, Florida, che morì quando ne aveva appena 5 (1978) e che venne seppellita in una cripta sottostante il Ca’Granda (proprio l’ospedale che anni prima aveva ospitato centinaia di milanesi appestati) nel sepolcreto della Chiesa dell’Annunziata dove riposano anche alcuni degli illustri protagonisti delle 5 giornate di Milano. Di lei per anni ci si è dimenticati, nonostante a ricordarne trapasso e sepoltura ci fosse una statua commissionata dal padre Antonio, oculista molto conosciuto in città.
A ricordarci di lei è un articolo scritto su ‘Il Giornale‘ in cui il redattore rende giustizia alla vita mai vissuta ma solo assaporata da questa bambina con delle frasi che pur essendo prosa hanno l’eleganza della poesia: “Florida, non hai avuto tempo di fare del male. E nemmeno hai ricevuto il dono del sorriso. Le lacrime brillano lì. Impresse sul tuo volto triste di chi non ha avuto neppure l’impegno della scuola. Imparare a leggere. Scrivere. Sapere che fuori di casa esisteva un mondo fatto di parole. Il silenzio che ti regalò alla terra, dalla terra ti ha raccolta prima che compissi sei anni”.
In pochi conoscono la sua storia e nonostante al Ca’ Granda vi sia ormai la sede dell’Università di Medicina, la storia di questa bambina si perde tra quella di molte altre. A farla riemergere per alcuni animi sensibili è probabilmente proprio quella statua scolpita da Metello Motelli che la raffigura seduta con il volto reclinato verso il basso e lo sguardo rivolto ai fiori che tiene in mano. L’espressione colta dall’artista è quella della malinconia che forse rappresenta il dispiacere della piccola per non aver vissuto abbastanza a lungo o forse quella del padre per aver perso una figlia così piccola, fatto sta che la sensazione è quella di trovarsi ad una scultura che possa prendere vita da un momento all’altro.