Foibe: la preghiera per le vittime e il ricordo del Presidente Mattarella

Il Giorno del Ricordo: una tragedia nazionale che molti hanno dimenticato. Il presidente della Repubblica, Mattarella, ricorda.

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photo web source: newsicilia.it

10 febbraio: la giornata, istituita nel 2004, vuol far porre la sua attenzione su una pagina di storia d’Italia oscura: quella delle Foibe.

Foibe: la storia

Oggi, 10 febbraio 2020. Ieri, 10 febbraio 1943 – 1947. Le Foibe: una delle pagine più brutte della storia d’Italia del secondo dopoguerra.

Il ricordo: momento istituito nel 2004, in occasione del rilascio di una medaglia commemorativa a tutti i parenti delle persone che hanno subito questa persecuzione, che sono state catturate e poi uccise fra l’Istia, Fiume e la Dalmazia.

Un vero e proprio esodo di italiani (la maggior parte) che vivevano a confine fra l’Italia e quella che sarebbe diventata, poi, la Jugoslavia. Territori, quali la Dalmazia e Fiume che, dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943 e la firma dei trattati di Parigi del 1947, davanti a una Jugoslavia liberata dal maresciallo Tito, verranno tolti all’Italia ed annessi al nuovo Stato nascente.

“Le sofferenze subite dai nostri connazionali”: il ricordo di Mattarella

Un esodo ed una sciagura nazionale” – li ha definiti il Presidente della Repubblica, Mattarella: “Terribili sono state le sofferenze che i nostri connazionali hanno dovuto subire durante la loro fuga dall’Istria, dalla Dalmazia e dalla Venezia Giulia per non morire sotto le persecuzioni. Gli italiani furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi terribili sofferenze. Queste terre, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, conobbero la triste e dura sorte di passare, senza interruzioni, dalla dittatura del nazifascismo a quella del comunismo.

Quest’ultima scatenò, in quelle regioni di confine, una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce intere famiglie”.

Il Presidente Mattarella, come i suoi predecessori Ciampi e Napolitano, ha voluto rendere omaggio a tutte le vittime delle Foibe con parole decise e forti: “Si trattò di una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono il dovuto rilievo. Questa penosa circostanza pesò ancor più sulle spalle dei profughi che conobbero nella loro Madrepatria, accanto a grandi solidarietà, anche comportamenti non isolati di incomprensione, indifferenza e persino di odiosa ostilità”.

Foibe: la tenacia dei parenti

Il ringraziamento di Mattarella va, soprattutto, alla tenacia dei tanti parenti che, nel corso di questi anni, mai hanno perso la speranza di veder riconosciuto il sacrificio dei propri cari: “Alle vittime di quella persecuzione, ai profughi, ai loro discendenti, rivolgo un pensiero commosso e partecipe. La loro angoscia e le loro sofferenze non dovranno essere mai dimenticate.

Esse restano un monito perenne contro le ideologie e i regimi totalitari che, in nome della superiorità dello Stato, del partito o di un presunto e malinteso ideale, opprimono i cittadini, schiacciano le minoranze e negano i diritti fondamentali della persona. E ci rafforzano nei nostri propositi di difendere e rafforzare gli istituti della democrazia e di promuovere la pace e la collaborazione internazionale”.

La preghiera per tutte le vittime delle Foibe

Una sciagura per tanti anni dimenticata. Vittime che non hanno mai ricevuto una degna preghiera. Nel 1959, Monsignor Antonio Santin, allora Arcivescovo di Trieste e Capodistria, definì le vittime delle Foibe dei veri e propri martiri, martiri per la Chiesa e per il mondo intero. E per loro compose questa preghiera, affinché le loro anime siano accolte nel Regno dei Cieli.

O Dio, Signore della vita e della morte, della luce e delle tenebre,

dalle profondità di questa terra e di questo nostro dolore noi gridiamo a Te.

Ascolta, o Signore, la nostra voce.

De profundis clamo ad Te, Domine.

Domine, audi vocem meam.

Oggi tutti i Morti attendono una preghiera, un gesto di pietà, un ricordo di affetto.

E anche noi siamo venuti qui per innalzare le nostre povere preghiere e deporre i nostri fiori,

ma anche per apprendere l’insegnamento che sale dal sacrificio di questi Morti.

E ci rivolgiamo a Te, perché tu hai raccolto l’ultimo loro grido, l’ultimo loro respiro.

Questo calvario, col vertice sprofondato nelle viscere della terra,

costituisce una grande cattedra, che indica nella giustizia e nell’amore le vie della pace.

In trent’anni due guerre, come due bufere di fuoco, sono passate attraverso queste colline carsiche;

hanno seminato la morte tra queste rocce e questi cespugli;

hanno riempito cimiteri e ospedali;

hanno anche scatenato qualche volta l’incontrollata violenza, seminatrice di delitti e di odio.

Ebbene, Signore, Principe della Pace, concedi a noi la Tua Pace,

una pace che sia riposo tranquillo per i Morti e sia serenità di lavoro e di fede per i vivi.

Fa che gli uomini, spaventati dalle conseguenze terribili del loro odio

e attratti dalla soavità del Tuo Vangelo,

ritornino, come il figlio prodigo, nella Tua casa per sentirsi e amarsi tutti come figli dello stesso Padre.

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il Tuo Nome, venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà.

Dona conforto alle spose, alle madri, alle sorelle,

ai figli di coloro che si trovano in tutte le foibe di questa nostra triste terra,

e a tutti noi che siamo vivi e sentiamo pesare ogni giorno sul cuore la pena per questi nostri Morti,

 profonda come le voragini che li accolgono.

Tu sei il Vivente, o Signore, e in Te essi vivono.

Che se ancora la loro purificazione non è perfetta, noi Ti offriamo, o Dio Santo e Giusto,

la nostra preghiera, la nostra angoscia, i nostri sacrifici,

perché giungano presto a gioire dello splendore dei Tuo Volto.

E a noi dona rassegnazione e fortezza, saggezza e bontà.

Tu ci hai detto: Beati i misericordiosi perché otterranno misericordia,

beati i pacificatori perché saranno chiamati figli di Dio,

beati coloro che piangono perché saranno consolati,

ma anche beati quelli che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati in Te, o Signore,

perché è sempre apparente e transeunte il trionfo dell’iniquità.

O signore, a questi nostri Morti senza nome ma da Te conosciuti e amati, dona la Tua pace.

Risplenda a loro la Luce perpetua e brilli la Tua Luce anche sulla nostra terra e nei nostri cuori,

E per il loro sacrificio fa che le speranze dei buoni fioriscano.

Domine, coram te est omne desiderium meum et gemitus meus te non latet. Così sia”.

ROSALIA GIGLIANO

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