Fra Daniele sarà presto venerabile, riconosciute virtù eroiche. Dopo l’approvazione dello scorso 22 settembre, il decreto della Congregazione per le Cause dei Santi che riguarda: “La validità dell’inchiesta diocesana, svolta presso la Curia ecclesiastica di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, sulla vita, le virtù e così pure sulla fama di santità e dei segni del Servo di Dio Daniele da San Giovanni Rotondo (al secolo Michele Natale), religioso professo dell’Ordine dei frati minori cappuccini”, è stato finalmente notificato. Il che significa che Fra Daniele diverrà presto venerabile: nello stesso documento che sancisce la notifica del decreto, infatti, si legge che proprio in questi giorni verrà assegnato un relatore della Congregazione per le Cause dei Santi che si occuperà di redigere la ‘Positio super virtutibus‘, prima fase diocesana per la canonizzazione che si concluderà con l’approvazione del Papa delle virtù eroiche riconosciute al frate cappuccino.
Come detto sopra la venerabilità è solo la prima parte di un percorso che porta alla santità e che consta di altri due passaggi: prima c’è la beatificazione, step che verrà raggiunto solo quando verrà riconosciuto un miracolo per sua intercessione in vita, quindi verrà il turno della canonizzazione quando verrà riconosciuto un miracolo per sua intercessione nel periodo successivo alla beatificazione. Processo, quest’ultimo, che potrebbe richiedere diversi anni prima di arrivare ad una conclusione. Ma chi era questo frate cappuccino dalla virtù eroiche? Fra Daniele era un amico e figlio spirituale di Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Nel corso della sua vita ha subito diversi ricoveri per malattie e per ben 14 volte è riuscito a sopravvivere nonostante i medici gli dessero scarse probabilità di guarigione. Famoso il frangente in cui, operato per tumore, Fra Daniele viene dichiarato morto nel post operatorio, salvo risvegliarsi tra lo sgomento dei presenti qualche ora dopo.
Sebbene martoriato dalle diverse malattie, Fra Daniele non si lamentava mai con il signore per le croci che lo costringeva a portare, anzi ne chiedeva delle altre a patto che queste servissero a salvare le anime di tutti quelli che aveva incontrato nella vita: “Signore dammi tutte le sofferenze che vuoi, ma un giorno fammi incontrare in Paradiso tutte le persone che ho avvicinato”. Si tratta di parecchie persone data la sua lunga attività e dato che nel ’43, in piena seconda guerra mondiale, tutti i soldati della zona si fermavano da lui per ricevere una benedizione. Il rapporto più importante della sua vita è stato quello con San Pio, i due erano inseparabili e per lui il Santo da Petralcina spendeva sempre parole d’elogio, come quando Fra Daniele costruì il presepe: “Dove ci mettiamo le mani noi, esce sempre qualcosa di buono e di bello”. Ma la frase più significativa che padre Pio disse al suo figlio spirituale è stata nel momento in cui si dovettero separare: “Figlio mio, gli uomini si possono separare col corpo, ma non con l’anima. Davanti a Dio non esiste la distanza: dove vai tu vengo anche io”. Luca Scapatello