Fra Modestino è stato il testimone principe della vita e della Santità di Padre Pio. Ecco come gli cambiò la vita dopo una confessione.
Quando scoppiò la Seconda guerra mondiale, Damiano Fucci si recò a San Giovanni Rotondo per ottenere la benedizione, un incontro che gli cambiò la vita.
Nato nel 1911 a Pietrelcina, lo stesso paese natio di San Pio, Damiano Fucci è cresciuto in un contesto umile che gli ha insegnato il valore della famiglia e del duro lavoro. Sin da piccolo ha lavorato i campi con i genitori e quando è cresciuto non ha mai smesso di lavorare al servizio degli altri. Divenuto Fra Modestino, infatti, è stato questuante, cuciniere e portinaio, senza mai venire meno ai compiti da frate laico dei Cappuccini.
La sua vita è cambiata nel 1940, dopo aver incontrato per la prima volta Padre Pio. Il colloquio avuto in quella occasione lo ha mutato nello spirito, facendogli capire che il suo conterraneo era davvero un Santo che camminava tra umili peccatori, ma soprattutto che la sua vita fino a quel momento era stata impostata in modo sbagliato. Dopo la morte di Padre Pio gli è stata affidata parte della Missione che il Santo aveva curato, e lui con estrema umiltà e devozione l’ha portata avanti. Fino agli ultimi giorni – è morto nel 2011 – è andato incontro ai fedeli bisognosi spendendo ore in confessionale nella speranza di dare loro un consiglio giusto.
Nel 1940, Damiano e la madre si sono diretti a San Giovanni Rotondo per ricevere la benedizione da Padre Pio. Era scoppiata la Seconda guerra mondiale e una protezione in più sulla famiglia era un bisogno sentito da molti. Dopo aver riposato la notte, lui e la madre si alzarono per ascoltare la Messa del Frate di buona lena e furono i primi ad arrivare in chiesa. Già in quel momento Damiano aveva capito che di fronte a sé c’era una persona speciale: “Ebbi subito l’impressione che dinanzi a me passasse un altro Cristo sulla via del calvario, carico della Croce”.
Nel pomeriggio si sono andati a confessare, la prima ad entrare in confessionale è stata la madre. Damiano era un po’ intimorito, ma quando ha sentito che tra i due lo scambio era colloquiale si è tranquillizzato. Giunto il suo turno ha confessato al Frate cappuccino i suoi peccati e quello che Padre Pio gli disse dopo lo colpì profondamente: “Il padre mi fulminò, con uno sguardo che non dimenticherò mai e con un ‘Ehi, uagliò, camminiamo diritto’. Poi mi diede l’assoluzione. In quelle parole, più che un ammonimento c’era tutto un programma di vita che da quel giorno riuscii sempre più chiaramente a comprendere”.
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Luca Scapatello
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